Diritti nel caos, Sky stoppa Mediapro Il bando viene sospeso dal giudice
Accolto il ricorso della pay tv: a parole si cerca l’intesa, ma nei fatti è guerra legale
Nuovo time out nella partita dei diritti tv della serie A. In questa estenuante sfida che si trascina da quasi un anno il tribunale di Milano ferma il gioco su segnalazione di Sky. Tutto bloccato fino al 4 maggio, i giudici hanno immediatamente accolto il ricorso cautelare presentato sabato dall’emittente satellitare che ha chiesto e ottenuto la sospensione d’urgenza del bando di Mediapro per «verificare che sia aderente alle leggi italiane».
È l’ennesimo colpo di scena che rimescola le carte a due settimane dall’annuncio dell’alleanza fra la pay tv di Murdoch e Mediaset. In un quadro che cambia di continuo, è ancora impossibile dire dove vedremo il prossimo campionato al via il 19 agosto. Il braccio di ferro prosegue e non si vede ancora una svolta.
Con la fine del duopolio della tv a pagamento di fatto Sky è l’unico «big» in campo, ha ribadito la volontà di investire con una «grande offerta economica» (si parla di 900 milioni), ma vuole vederci chiaro prima di mettere i soldi sul piatto. La sua strategia legale, seguita dall’avvocato Marco D’ostuni dello studio Cleary Gottlieb, si basa principalmente su un punto: dimostrare che Mediapro non agisce da intermediario indipendente ma travalica i limiti del suo mandato ottenuto offrendo 1 miliardo e 50 milioni per le licenze della serie A. In sostanza non farebbe il broker ma l’editore, un ruolo in contrasto La vicenda
● Il tribunale di Milano ha accolto il ricorso cautelare presentato sabato da Sky che chiedeva la sospensione del bando di Mediapro sui diritti tv dei campionati 2018-21
● I giudici si esprimeranno il 4 maggio, mentre entro il 26 aprile Mediapro dovrà presentare alla Lega serie A le garanzie bancarie
● Mediapro si è aggiudicato i diritti con un’offerta da 1 miliardo e 50 milioni di euro a stagione come intermediario indipendente. In base al suo mandato non può fare l’editore ma deve limitarsi a rivendere le licenze
● Il prossimo campionato partirà il 19 agosto con le indicazioni dell’antitrust. Perché? Il nodo della discordia sono i blocchi di trasmissioni che gli spagnoli si sono riservati di confezionare curandone anche la raccolta pubblicitaria. Tali prodotti sarebbero poi inseriti obbligatoriamente all’interno
La mossa di Murdoch «Prima di offrire vogliamo sapere se la gara è in regola con le leggi italiane»
dei pacchetti da rivendere alle tv e agli altri operatori. Ecco perché nella sua nota Sky sottolinea che «vuole continuare a garantire ai suoi abbonati un prodotto di qualità nella piena libertà e autonomia giornalistica ed editoriale in un sistema non discriminatorio di libera concorrenza fra gli operatori». Saranno i magistrati a pronunciarsi, se la sospensiva sarà confermata il bando di Mediapro è da riscrivere. Ma il primo effetto domino si è già verificato: il termine del 21 aprile entro al quale dovevano essere presentate le offerte per le partite del triennio 2018-2021 è già superato dai fatti. E Mediapro che cosa fa? Studia il dossier e ragiona sulle contromosse, da Barcellona commentano che «chi ne esce penalizzato è il calcio italiano: una situazione del genere nuoce alla sua immagine e alla sua stabilità».
Entro il 26 aprile i catalani devono presentare alla Lega fideiussioni per 1,2 miliardi dopo aver già versato un acconto da 64 milioni. Potrebbero chiedere una proroga, ma a ieri non era giunta alcuna richiesta. Fonti vicine al gruppo sostengono che le garanzie saranno
La replica spagnola «L’unico che ci rimette è il calcio italiano Questa situazione danneggia l’immagine»
depositate (in caso di inadempienza rischierebbero cause dai club e non solo) e che nell’ipotesi di stop dal tribunale è improbabile una controffensiva giudiziaria.perché i tempi si allungherebbe finendo per svalutare il prezzo del calcio italiano. Più probabile che si ripieghi sul piano B: il canale della Lega, un vecchio pallino dell’advisor Infront. Ma il sentiero è stretto e la tensione cresce. Al di là delle parole di facciata («ci auguriamo una rapida soluzione delle controversie, è nell’interesse di tutti») dalla Lega trapela irritazione per l’atteggiamento di Sky. In uno scenario così incerto sembra difficile anche che il 7 maggio si arrivi a una conclusione sull’elezione della nuova governance come spera il commissario Giovanni Malagò.