Corriere della Sera

Contatti tra Fico e Giorgetti

A Salvini potrebbe essere utile attendere la fine di aprile

- di Tommaso Labate

Salvini potrebbe temporeggi­are fino al voto in Friuli-venezia Giulia. E quindi la Lega non chiude le porte ai 5 Stelle. Contatti tra Fico e Giorgetti.

«Al momento non c’è un accordo con Di Maio che preveda la fine della nostra alleanza con Berlusconi». Telegrafic­i come non mai, alle 8 di sera, al termine di una giornata in cui boatos incontroll­ati e incontroll­abili davano per imminente «l’accordone definitivo», nel sancta sanctorum della Lega negavano con forza la chiusura del patto di governo tra Salvini e Di Maio. Ma il fatto che tra i due non ci sia la formalizza­zione dell’accordo, almeno «al momento», non vuol dire che i due fronti non continuino a muoversi insieme. Basta mettere in fila i tasselli di un puzzle che pare sempre più complicato. Salvini che sceglie una giornata di silenzio ed evita di sentire Berlusconi, nonostante le frenate di quest’ultimo sull’alleanza col Pd. Di Maio, con cui invece si sente eccome, che incensa «il gran lavoro che si può fare con Salvini». E soprattutt­o i contatti sotterrane­i tra i due che si annunciano come i protagonis­ti assoluti della prossima settimana: Giancarlo Giorgetti e Roberto Fico.

I jolly dei due schieramen­ti si sono telefonati molto, nelle ultime 48 ore. E dev’essere senz’altro figlia del contenuto di queste telefonate l’ostentata tranquilli­tà del weekend di Salvini, che oggi tornerà in Friuli-venezia Giulia. Perché, all’indomani della rabbia contro l’affondo di Berlusconi nei confronti dei 5 Stelle, che ha generato una guerra notturna tra il quartier generale di via Bellerio e la villa di Arcore (Berlusconi, poi, ha ammorbidit­o i toni), il segretario della Lega sente che la sua può trasformar­si in una partita vincente. Perché sembra avere due piani, in tasca, Salvini. «Mettiamo caso che Fico riesca a portare a casa un governo M5S-PD? Siamo a cavallo, in un anno di opposizion­e continuiam­o a svuotare i voti di Forza Italia e trionfiamo alle Europee», ragiona a voce alta uno dei pochi leghisti di prima fascia che si sbilancia su quello che potrà accadere. E se fallisse? Ecco che si ritorna alla casella del via, come dopo un lancio di dadi al gioco del Monopoli. «Solo che a quel punto sarà passata una settimana, avremo vinto in Friuli e potremo davvero tessere la tela con Di Maio mettendo alle strette Forza Italia com’è successo con le presidenze delle Camere».

Perché è quello, proprio quello, che aspetta Salvini. Che la situazione sia talmente bloccata da richiedere una forzatura, com’è successo nel venerdì nero del rapporto tra Lega e FI che portò l’indomani all’elezione della Casellati. L’obiettivo che andava messo in sicurezza, nell’attesa, era la rottura dei ponti tra Berlusconi e il Pd. E l’ha ottenuto, con le dichiarazi­oni dell’ex premier di ieri. D’altronde, come Giorgetti s’è incaricato di dire a Berlusconi, «anche se Renzi rimanesse l’ultimo politico al mondo, Salvini in un governo con lui non ci starebbe mai». La ruota è pronta per ricomincia­re a girare. Salvini e Di Maio sono lontani. Eppure vicinissim­i.

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 ??  ?? A San Siro Matteo Salvini, 45 anni, ieri allo stadio con la figlia
A San Siro Matteo Salvini, 45 anni, ieri allo stadio con la figlia

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