Attacco a Fort Juve
Allegri: «Non sono geloso se si parla di Sarrismo, io guardo i libri dei record»
TORINO Massimiliano Allegri ha l’aria di non poterne più. Di Sarri, del suo Napoli, del Sarrismo eletto a condizione dello spirito. E stasera è pronto a respingere l’ultimo assalto alla diligenza tricolore, per riprendere la corsa verso il settimo scudetto di fila. Questo Juventus-napoli è quasi un inedito, perché mai i bianconeri nel loro settennato di grazia avevano dovuto giocare uno scontro diretto, con il campionato ancora aperto, così a ridosso della fine del torneo: un vero e proprio spareggio, che non vale solo la supremazia in classifica, ma anche quella «ideologica». Anche se Max si dichiara «non geloso che si parli di Sarrismo» sa perfettamente che nemmeno un altro scudetto servirebbe a parlare di Allegrismo. Ma vincere stavolta vale doppio: «Perché quello che rimane è quello che si scrive». E per fissare nel libro dei record il proprio nome, la Juve stasera «non firma per il pareggio».
Tra le frasi, più o meno di circostanza, che accompagnano le ultime ore prima della sfida dello Stadium, alcune tradiscono una certa insofferenza di Allegri. La prima: «La Juve ha un potenziale superiore al Napoli rispetto ai 4 punti di distacco in campionato? Loro stanno facendo una grande stagione. Sento parlare tanti, ascolto e mi diverto — sottolinea Max —. Ma la mia opinione è meglio che non la dica: andate a Livorno dai miei amici al bar, loro sanno come la penso. Così vi divertite...». La seconda, in crescendo: «Il Napoli dice che non ha pressioni? Non ce le avevano in Europa e nemmeno in Coppa Italia. Se non hanno mai pressione da nessuna parte, allora è giusto che vinca la Juve». Ce ne sarebbe una terza, che non è di minor conto, perché riguarda direttamente la strategia di Sarri, ma un po’ si perde nei tanti complimenti — sinceri — fatti al collega, che in settimana da parte sua ha dichiarato di «aver raggiunto già l’obiettivo della società», ovvero la qualificazione in Champions: «Diciamo che Sarri ha modificato una cosa della squadra ereditata da Benitez: ha spostato Hamsik mezzala invece che dietro la punta. Ha creato una squadra bella da vedere, ha fatto risultati importanti e ha cambiato solo uno-due giocatori in questi anni. E questo è un vantaggio. Noi? Ci siamo difesi benino...».
Allegri però omette sempre che il giocatore più forte degli avversari lo ha preso la Juve, pagandolo 90 milioni, grazie ovviamente a un fatturato che cresce per merito dei risultati sportivi ed è quasi il doppio di quello degli avversari (562 a 308), per non parlare del monte stipendi (253 a 101). Eppure senza Higuain, decisivo anche all’andata, il Napoli è cresciuto ancora: il fastidio di Max deriva anche da questo e dire che la «partita è decisiva, ma solo per il Napoli» rientra nel gioco delle parti. È chiaro a tutti che una vittoria della Juve chiuderebbe il campionato, ma un pareggio o una vittoria di Sarri rovinerebbero il finale di stagione della Juve, che deve ancora affrontare Roma e Inter fuori casa.
Per questo Allegri punta forte sulle differenze col Napoli: «Noi non possiamo giocare come loro, siamo tutti 1 metro e 85. Loro a parte Milik
Supremazia
È scontro per il primato e per la «supremazia ideologica». Max: «Non firmo per il pareggio»
sono tutti piccolini e fanno un altro tipo di calcio». Riecco quindi la guardia scelta di Max, assente a Crotone: uno tra Barzagli e Howedes, Chiellini, Khedira, Mandzukic. Fuori il «piccolino» Dybala, miglior bomber della squadra con 25 gol? Possibile, anche se clamoroso. «Ma decido quando mi sveglio...» gigioneggia Allegri, che al centro ritrova Pjanic, fondamentale. Mentre Sarri, nonostante le tentazioni di inserire Zielinski e Milik, dovrebbe affidarsi ai titolarissimi che l’hanno portato così in alto. Tremila tifosi hanno seguito il Napoli fino all’aeroporto. Duemila saranno allo Stadium nel settore ospiti che era chiuso dal 2014-2015 ai tifosi azzurri. È una lunga onda di passione, da cavalcare con lucida follia: a Torino in questi anni nessuno è rimasto sulla cresta fino alla fine.