L’iran divide Trump e Macron
Trump riceve il leader francese: con Teheran accordo terribile, ora un’intesa nuova che includa la Siria
Strette di mano e pacche sulle spalle. Il presidente francese Emmanuel Macron è arrivato a Washington con un obiettivo ambizioso: essere riconosciuto dal leader Usa Donald Trump come l’interlocutore numero uno. Primo dossier sul tavolo, l’iran. Per Trump l’intesa sul nucleare è «terribile». Macron: «Non è perfetta».
WASHINGTON «Ma quanto siamo amici», «Ma che grande relazione personale che abbiamo». Strette di mano, ovviamente, vigorose, pacche sulla spalla, abbracci. A un certo punto, in piedi nello Studio ovale, Donald Trump ha tolto qualcosa dal bavero di Emmanuel Macron: «Deve essere perfetto». E poi, nel corso della conferenza stampa lo ha stretto, fingendo di dargli un bacetto: «Lo sapete quanto mi piace quest’uomo».
In politica anche questa pantomima, alla lunga un po’ stucchevole, ha un significato. Il presidente francese si è presentato a Washington con un obiettivo ambizioso: essere riconosciuto da Trump come l’interlocutore numero uno, in Europa e non solo. «The Donald» non ha risparmiato sugli aggettivi e sui richiami storici: «Caro Emmanuel voi siete i nostri più antichi alleati». Ma si vedrà solo nel concreto se l’asse Trumpmacron funziona.
Al primo punto della verifica c’è l’iran. L’ospite francese ha riconosciuto che l’accordo sul nucleare firmato con Teheran nel 2015 «non è perfetto». Ecco la proposta di Macron: «Possiamo sostituirlo con un’intesa più ampia fondata su quattro pilastri. Innanzitutto prolunghiamo i controlli sul nucleare oltre il 2025; prevediamo vincoli e sanzioni anche sul programma missilistico di Teheran; infine apriamo una trattativa sulla Siria, coinvolgendo anche l’iran e negoziamo sull’assetto dell’intera regione».
Trump ha ripetuto più volte nel corso della giornata che il protocollo con l’iran è «terribile» e ha lasciato capire che il 12 maggio prossimo annuncerà il ritiro degli Stati Uniti. Però non ha chiuso alla prospettiva indicata dal francese: «Vedremo se si può costruire qualcosa, partendo da nuove fondamenta».
Più distanti le posizioni sulla Siria. Macron sta cercando di convincere Trump a mantenere le basi e i duemila soldati circa nel Nordest del Paese. Risposta del leader americano: «Voglio riportare a casa i nostri guerrieri relativamente presto, ma non lasceremo all’iran libero accesso al Mediterraneo. Chiediamo, invece, ai nostri alleati nella regione di contribuire, di pagare».
Situazione fluida anche sul commercio. Macron si è impegnato per cancellare i dazi su acciaio e alluminio imposti a tutta l’europa. L’amministrazione deciderà il prossimo 1° maggio. Nessun avvicinamento sul climate change. Trump si è dissociato dal Protocollo di Parigi e resta sulle sue posizioni. Il presidente americano ha, invece, aperto ancora al dittatore nordcoreano, Kim Jong-un: «È molto aperto e molto onorevole. Non gli ho fatto alcuna concessione e ci incontreremo presto».
Ieri sera il banchetto di Stato alla Casa Bianca, curato nei dettagli da Melania Trump. La first lady ha già catturato l’attenzione delle tv, indossando un completo bianco, con un cappello a tesa larga dello stesso colore.
d Tolgo un po’ di forfora da qui, Macron deve essere perfetto D. Trump