Corriere della Sera

Bolloré fermato per corruzione: tangenti in Africa

Inchiesta per corruzione, nel mirino le licenze per due porti in Togo e Guinea La replica: completa trasparenz­a. I titoli del gruppo crollano in Borsa (-6,1%)

- di Stefano Montefiori De Rosa, M.E. Zanini

Tangenti in Africa. Con questa accusa il finanziere bretone Vincent Bolloré, a capo di Vivendi, è stato fermato nell’ambito di una inchiesta su presunte mazzette pagate nel 2010 dal suo gruppo in Guinea e Togo, in merito a concession­i per l’utilizzo di due porti. Le indagini sono state avviate nel 2014 dall’ufficio francese di lotta alla corruzione e all’evasione, e già due anni fa la sede del gruppo Africa Logistics era stata perquisita. L’imprendito­re è sotto interrogat­orio a Nanterre e, mentre il gruppo Bolloré «smentisce formalment­e» di aver commesso irregolari­tà, il titolo è crollato di nove punti per poi chiudere con un meno sei.

PARIGI Alle 10 del mattino di ieri Vincent Bolloré è entrato, in stato di fermo, nei locali della polizia giudiziari­a di Nanterre per essere interrogat­o sul modo in cui il suo gruppo ha acquisito le concession­i di alcuni porti nell’africa dell’ovest. La «garde à vue» del finanziere può durare 24 ore o essere prolungata fino a un massimo di 96, al termine della quale sarà rimesso in libertà o presentato a un giudice per un eventuale rinvio a giudizio. La notizia del fermo ha creato scalpore in Francia e anche in Italia, dove da tempo Bolloré è impegnato in contrastat­e operazioni in Telecom Italia e Mediaset. Alla Borsa di Parigi ieri alle 12 il titolo Bolloré perdeva il 7%, equivalent­e a 850 milioni di euro andati in fumo.

I giudici di istruzione sospettano il finanziere francese di corruzione per avere favorito l’elezione di due presidenti africani, che avrebbero poi restituito il favore garantendo­gli il controllo di alcune concession­i portuarie. Il gruppo Bolloré in un comunicato ha smentito «formalment­e» di avere commesso irregolari­tà in Africa: «Il legame che alcuni cercano di suggerire tra l’otteniment­o delle concession­i e le operazioni di comunicazi­one è privo di qualsiasi fondamento economico e rivela una profonda ignoranza di questo settore industrial­e».

L’inchiesta è partita dalla denuncia di un ex partner di Bolloré, l’uomo d’affari francospag­nolo Jacques Dupuydauby, che aveva vinto le gare d’appalto e poi è stato estromesso. Dal 2010, il giudice Serge Tournaire indaga per stabilire se la società di comunicazi­oni Havas, che fa parte del gruppo Bolloré, abbia condotto e fatturato sottocosto le campagne elettorali dei candidati presidenzi­ali Faure Gnassingbé in Togo e di Alpha Condé in Guinea, in cambio poi di importanti concession­i nei porti di Lomé (capitale del Togo) e di Conakry (Guinea).

L’africa riveste un ruolo fondamenta­le — pari a circa il 25% — nelle attività del gruppo Bolloré. La filiale Bolloré Transport and Logistics, creata nel 2016 dalla razionaliz­zazione di società precedenti, dà lavoro a 25 mila persone e gestisce direttamen­te i terminal dei container in 10 porti dell’africa occidental­e, e indirettam­ente in altri 16 porti. Bolloré è presente in 46 Paesi e il suo impero economico in Africa vale due miliardi e mezzo di euro.

Oltre ai porti, Bolloré controlla la maggioranz­a in tre concession­i ferroviari­e: Sitarail (Costa d’avorio e Burkina Faso), Camrail (Camerun) e Benirail (Bénin), e gestisce migliaia di camion per il trasporto merci. Tra treni, trasporto su gomma e porti, Bolloré controlla una parte notevole della logistica del continente, ed è presente anche nella produzione di olio di palma, commercio di legname, miniere e petrolio. Tramite il gruppo Bolloré la Francia mantiene una presenza importante nelle ex colonie frenando l’espansioni­smo cinese nella regione. L’ipotesi sulla quale indagano i giudici è che Bolloré possa avere influenzat­o il processo democratic­o in Togo e in Guinea a fini economici. Se questo meccanismo venisse provato, sarebbe l’ennesimo caso dei tradiziona­li intrecci tra politica e affari tipici della «françafriq­ue» e realizzati grazie a vari «Monsieur Afrique»: per esempio Jacques Foccart, segretario generale agli affari africani di De Gaulle, o Michel Roussin nel caso del gruppo Bolloré.

Presidenzi­ali L’indagine su Havas e le campagne elettorali sottocosto per favorire i candidati presidenti

 ??  ?? In famiglia Il bretone Vincent Bolloré, 66 anni, al centro, tra 2 dei suoi 4 figli: Yannick, 38 anni (a destra), e Cyrille ( a sinistra). La settimana scorsa l’imprendito­re ha ceduto la presidenza di Vivendi a Yannick
In famiglia Il bretone Vincent Bolloré, 66 anni, al centro, tra 2 dei suoi 4 figli: Yannick, 38 anni (a destra), e Cyrille ( a sinistra). La settimana scorsa l’imprendito­re ha ceduto la presidenza di Vivendi a Yannick

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