Siri: sconcertato da Gentiloni vara nomine come nulla fosse
«Altri 1.400 sbarchi e a Milano un aggredito a morte sotto casa. Ma le pare? Sono queste le emergenze di cui dovrebbe occuparsi un governo per gli affari correnti». Armando Siri è tra i più stretti collaboratori di Matteo Salvini, l’architetto della Flat tax.
E invece?
«A quanto pare, governo e Pd proseguono nell’occupazione di tutti i posti possibili e immaginabili, venendo meno alla parola data».
Di cosa stiamo parlando?
«Approfittano della confusione del momento politico e nominano negli enti governativi persone di loro fiducia senza consultare il Parlamento».
A quali posti si riferisce?
«Non c’era nessuna urgenza
Le contestazioni
«Non c’era nessuna urgenza di fare le scelte per Leonardo, di designare il presidente di Saipem o il direttore del Trasporto pubblico locale»
di designare i nomi per il collegio sindacale di Leonardo. Non c’era urgenza di nominare il nuovo presidente di Saipem, come non quella di convocare l’assemblea delle Ferrovie Appulo Lucane. Non era indispensabile nominare il nuovo direttore del Trasporto pubblico locale presso il ministro dei Trasporti né di approvare il bilancio di Invimit, società della Cassa depositi e prestiti».
Voi avete fatto presente la cosa?
«Gentiloni aveva assicurato che fino a quando non ci fosse stata una definizione del quadro di governo non si sarebbe mosso nulla. E, casomai si fossero presentate urgenze, si sarebbe confrontato con il nuovo Parlamento».
Avete in mente contromosse?
«Io sono sconcertato, ti dicono che tutto rimane fermo e in realtà tutto procede come se nulla fosse avvenuto. Vogliamo parlare della quota di Cassa depositi e prestiti in Telecom? Sono cose che non possono avvenire senza una minima concertazione. Per la Rai, la scadenza del consiglio di amministrazione è a fine giugno. Non si facciano saltare in mente di muovere pedine in un momento così delicato: sarebbe scandaloso. Noi non vogliamo nulla, ma il governo deve rendersi conto che ci sono state le elezioni, non è che può continuare a gestire il paese come se nulla fosse accaduto».
È ancora possibile un governo centrodestra-movimento Cinque Stelle?
«A sentire Di Maio, pare di no. Pare che prepari a riportare al governo il Pd. Se è quel che vuole, si accomodi. Potrà forse fare il Premier qualche mese, proverà il brivido di Palazzo Chigi. E i brividi verranno agli italiani che hanno votato per il cambiamento e si sentiranno traditi».