Lo stupore per il Canada dove l’agente non spara
AToronto il poliziotto non ha sparato. In mezzo al caos e all’orrore, davanti a un uomo che gli punta contro quella che sembra davvero una pistola (ma le autorità non confermano) e urla «Sparami in testa!», l’agente cicciottello — così diverso dai Supercop antiterrorismo cui ci siamo tristemente abituati — tiene i nervi saldi. È un assurdo duello all’ok Corral, all’ora di pranzo, su uno di quei vialoni anonimi e un po’ squallidi che attraversano Toronto e tante altre città canadesi. I passanti non paiono rendersi ben conto di quel che sta succedendo. Nei video postati via Twitter si vede perfino un gruppetto che cammina serafico alle spalle dell’attentatore, forse incuriosito, di certo ignaro della strage appena avvenuta, dei corpi senza vita riversi nel sangue non lontano da lì.
È successo a Londra, a Münster, a Berlino, a Barcellona, a Parigi, a Nizza, a Stoccolma. La morte in strada. Lunedì è accaduto a Toronto, ed è stato diverso. Un agente, da solo, ha affrontato il pericolo estremo e non ha sparato. Anzi, s’è preso il tempo di spegnere la sirena dell’auto per parlare con quell’uomo che continuava a minacciarlo. «I don’t care. Get down», non m’importa, mettiti a terra, ha risposto. Tra i due c’è quasi un balletto in slow motion. Finché Alek Minassian alza le mani e si arrende. 37 secondi: tanto è durata la sfida fra i due.
Nessuno avrebbe recriminato se l’agente avesse aperto il fuoco. Ma lui non lo ha fatto. Addestramento? Coraggio? Pietas? Comunque qualcosa su cui riflettere, perché dimostra che l’istinto di un uomo può superare la paura e vincere l’odio. La reazione dei canadesi via social network — all’indomani della strage — è altrettanto stupefacente. Una società che ha fatto del «melting pot», dell’incontro fra culture diverse, la propria modernità, ieri ha alzato un muro contro l’intolleranza e la violenza. Chris Boddy ricorda che «i poliziotti di Toronto disattivano centinaia di situazioni potenzialmente pericolose ogni giorno, il mondo ne è stato finalmente testimone». E Nora Loreto gli fa eco: «Sono sorpresa da quanti si stupiscono del fatto che il poliziotto non abbia sparato. Sapete che la polizia non è giudice, giurato ed esecutore, vero?». Parlando con un superiore, l’agente-eroe ha fatto spallucce: «Ho solo fatto il mio dovere. Non è stata una gran cosa». Una lezione di moderazione, di cui forse ha bisogno il mondo intero.