Corriere della Sera

Alek, l’introverso che odia le donne È il nuovo terrore

Strage di Toronto, non è un attentato islamico

- Guido Olimpio

Il premier Justin Trudeau lo ha precisato: la strage di Toronto non è legata al terrorismo internazio­nale. Affermazio­ni che dovrebbero tranquilli­zzare, ma che invece non tengono conto di una realtà. Ormai ci sono singoli individui che si comportano da terroristi, usano tecniche identiche ai «profession­isti», per motivi a volte inspiegabi­li. Non è solo emulazione, bensì un percorso parallelo. Avremo gli attentati nel nome della jihad e attacchi nel segno di una «rivoluzion­e» o di una follia personale. L’attacco compiuto da Alek Minassian, con decine di persone travolte dal veicolo in corsa, sembra rientrare nel secondo fenomeno.

Le indagini delle Giubbe Rosse canadesi si concentran­o sulla figura del venticinqu­enne. Bravissimo con i computer, Alek è descritto dai compagni come un introverso, una personalit­à chiusa, con difficoltà nei rapporti, che «aveva paura delle ragazze». Un solitario, forse afflitto, sin da piccolo, da problemi mentali, segnalati anche dalla madre. Caratteris­tiche che emergono di frequente nei «ritratti» degli stragisti, anche se non devono essere considerat­e per forza la causa. E comunque, nel 2017 aveva potuto arruolarsi nell’esercito, esperienza chiusasi con il congedo dopo due settimane.

Il secondo lato riguarda un post attribuito a Minassian. «La rivoluzion­e Incel è già cominciata, rovesciamo i Chads e gli Stacy, tutti onorino il supremo gentiluomo Elliot Rodger», avrebbe scritto. Tuttavia non mancano dubbi sull’autenticit­à del messaggio, c’è persino chi sospetta un falso. Il passaggio citato è un riferiment­o diretto al movimento dei «celibi involontar­i»e all’autore del massacro di Isla Vista, in California, nel 2014. Rodger, misogino, razzista, sprezzante ha ucciso 6 persone, tra queste alcune donne e due compagni di stanza. Poi si è suicidato. Elliott ha lasciato un maxi-manifesto sul web, quindi ha registrato un video, dove annunciava il «giorno della punizione». Narciso, bell’aspetto, guai psichici, non riusciva ad avere una ragazza ed allora ha scatenato la sua vendetta assurda lanciandos­i in un raid nelle vie attorno al campus universita­rio. Arrestato

Alek Minassian, 25 anni, è stato incriminat­o con l’accusa di 10 omicidi premeditat­i e per il tentato omicidio dei feriti

Non pochi massacrato­ri si riconoscon­o nel messaggio lasciato da Elliot, si consideran­o «vittime»del mondo e delle donne, provano rabbia contro gli uomini — definiti Chads — che hanno rapporti sessuali occasional­i. Da tempo studio il caso Rodger: credo che le autorità abbiano sottostima­to la sua influenza, anche da morto, su caratteri fragili. E’ il corrispett­ivo degli ispiratori del Califfato, un punto di riferiment­o.

Se i due assassini di Columbine — che pure sostenevan­o di «scatenare la rivoluzion­e» — rappresent­ano l’ala «militare» dei mass shooter, Rodger incarna quella dei «sentimenti» distorti trasformat­i in giustifica­zione per atti brutali. Il risultato finale è la distruzion­e. Tuttavia l’eventuale rapporto tra Alek ed Elliot è tutto da verificare.

Al solito ci vorrà tempo per comprender­e meglio Minassian — il premier canadese lo ha ribadito ieri — e se davvero abbia subito il fascino cattivo di chi lo ha preceduto. Dieci gli uccisi, 15 i feriti, tutte vittime innocenti del «nuovo» terrore. ● «Aveva un cuore generoso faceva sempre grandi cose per le persone», ha dichiarato la sua famiglia

 ??  ?? Il dolore Canadesi sulla scena della strage di Yonge Street, nei quartieri centro-settentrio­nali di Toronto (Carlo Allegri/ Reuters) Vittime
Il dolore Canadesi sulla scena della strage di Yonge Street, nei quartieri centro-settentrio­nali di Toronto (Carlo Allegri/ Reuters) Vittime
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● La prima vittima riconosciu­ta è Anne Marie D’amico, 25 anni (foto). Era impiegata in un’agenzia Ivesco, e aveva origini italiane (ma non aveva la cittadinan­za italiana)
● Dieci morti, 15 feriti. È il bilancio della strage di Toronto ● La prima vittima riconosciu­ta è Anne Marie D’amico, 25 anni (foto). Era impiegata in un’agenzia Ivesco, e aveva origini italiane (ma non aveva la cittadinan­za italiana)
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