«Ecco quello che non va» Studenti e docenti raccontano il disagio a scuola
Studenti presi a calci, insultati, offesi, derisi. Insegnanti umiliati. I casi di cronaca degli ultimi giorni — dallo studente che pretende il 6 dal suo professore impietrito al ragazzino picchiato dai compagni — hanno riportato al centro del dibattito il tema del bullismo. Di una scuola malata dove il rispetto per le regole e per l’educazione sembra venuto a mancare.
Non sempre è così. Come testimoniano al Corriere della Sera professori e alunni che raccontano di scuole che, pur nelle difficoltà, riescono a tenere alta la bandiera dell’istituzione. Ma in parallelo ci sono anche i tentativi di arginare gli episodi di violenza. Compresi quelli di ieri. Come lo studente 14enne di un istituto della periferia fiorentina che è stato sospeso per 19 giorni perché — è l’accusa — tempestava i ragazzi di telefonate anonime e faceva circolare nelle chat dei coetanei diversi fotomontaggi offensivi.
Per fortuna si trattava di un giocattolo, ma ha spaventato molto — tanto da far intervenire i carabinieri — l’iniziativa di un 13enne di una scuola media del Napoletano, di portare in classe una finta pistola, priva del classico tappo rosso. Il minore è stato riaffidato ai genitori.
A Lecce, invece, non si è presentato ieri «perché troppo turbato» lo studente ripreso in un video con uno smar- tphone mentre in classe mette all’angolo con calci e minacce con una sedia un compagno 17enne.
In questo clima, il Codacons chiede l’installazione di telecamere a scuola; alcuni insegnanti dicono sì, mentre i sindacati sono contrari. L’installazione di telecamere in asili nido, scuole dell’infanzia e strutture sociosanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità è oggetto di un disegno di legge approvato nel 2016 alla Camera e da allora fermo al Senato.
Nuovi casi
Firenze, offese in chat: sospeso un 14enne Paura a Napoli, pistola (finta) alle medie