«L’aereo era pronto a decollare Fermati da una scelta ideologica È un attacco al nostro ospedale»
La missione a Londra di Mariella Enoc del Bambino Gesù
«Ho sentito parlare di Alfie per la prima volta a luglio. Si era appena spento il caso Charlie ed ecco che un’altra famiglia aveva bisogno di noi. Mi sono affezionata a questo bimbo pur non avendolo mai visto se non in foto. Conosco il papà Tom, però, e il coinvolgimento è maggiore perché fra noi due si è creato un legame affettivo».
Mariella Enoc ha atteso la decisione dell’alta Corte nel suo ufficio milanese. Dopo la sentenza ha il tono incrinato da stanchezza e delusione: «Sono troppo presa da questa vicenda, vorrei distaccarmene e non riesco. Non mi facevo illusioni eppure non immaginavo si sarebbero messi contro di noi in maniera così aperta».
Continua senza veli: «Credo sia il risultato di una battaglia ideologica e che la scelta non sia stata tecnica. Hanno ingannato la famiglia. Lo vedo come un attacco al nostro ospedale, che appartiene al Vaticano. Magari se fosse stato il Gaslini di Genova, che si è offerto in ritardo, avrebbero detto di sì». Non spera più: «Sarei felice se lo mandassero ovunque, purché non muoia in quell’ospedale. Ho visto attorno ai genitori troppi movimenti non utili al bambino».
Le ultime 24 ore
È stata una giornata di tensioni. L’aereo militare era pronto a decollare da Ciampino, i medici già a bordo. Si era profilata l’ipotesi di farlo partire comunque per Liverpool e di attendere lì l’esito dell’udienza. Enoc ha la voce rotta dall’ansia,
Mariella Enoc, 74 anni, è dal febbraio del 2015 presidente dell’ospedale pediatrico «Bambino Gesù» di Roma come se parlasse di un nipotino molto amato. «Ma guardi che la mia non è un’emozione eccezionale, è sempre così, per me. Lo abbiamo fatto tante volte di inviare i nostri medici a prendere un piccolo paziente per portarlo da noi».
Luglio, primi contatti
Tutto è cominciato la scorsa estate quando l’associazione Giuristi per la vita che ha ricevuto la procura dalla famiglia Adams di rappresentarli in Italia ha chiesto ufficialmente al Bambino Gesù di verificare la possibilità di un trasferimento a Roma. La macchina si è messa in moto immediatamente come già era successo per Charlie, solo a settembre però tre specialisti riescono a visitare Alfie. Diagnosi
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La nostra funzione non è guarire ma curare, e per cura intendo ogni forma di sostegno: noi lo avremmo accolto garantendo le terapie necessarie
pesante. Una malattia neurodegenerativa del gruppo delle epilessie rare.