Galbusera, il figlio del pasticcere che ha fatto la storia dei biscotti
Sondrio, morto a 93 anni. E i social lo celebrano con le foto dei vecchi spot
nota in tutta Italia, sinonimo di buoni prodotti che arrivano dalla montagna, fatti come una volta. La chiave del successo sta in questo, mantenere la stessa filosofia del laboratorio di paese, che diventa la «Linea speciale salute» negli anni Ottanta e i primi biscotti biologici vent’anni dopo. Galbusera intuisce, in anticipo sui tempi, che il consumatore pretende sempre più qualità in quello che mangia.
Il «signor Mario», come lo chiamano i suoi dipendenti, dopo sessant’anni al timone dell’azienda, all’inizio del nuovo Millennio decide di passare la mano alla nuova generazione, ai figli Paolo e Lorenzo, e ai nipoti Guido e Andrea, figli del fratello Enea, che era morto in un incidente di caccia negli anni Sessanta. Il vecchio Galbusera si dedica alle sue passioni di sempre, la pesca e le bocce, ma continua ad andare in azienda, a girare tra i reparti con la sua piccola bicicletta. «L’ho incontrato in occasione di qualche evento che si teneva nello stabilimento — ricorda il sindaco di Cosio, Alan Vaninetti —. Ogni volta mi colpiva la sfilata di dipendenti, mai formale, sempre sentita, di fronte a un uomo che davvero credeva che tutto quello che aveva creato lo doveva anche a loro». «Ha sempre saputo innovare pur non dimenticando mai le sue radici» aggiunge Lorenzo Riva, presidente di Confindustria Lecco e Sondrio.
L’ultimo saluto giovedì a Morbegno, dove era nato, aveva creato il suo impero,ed è morto. Parlando poco, pensando a produrre.