Consumi e imprese, giù la fiducia
I timori di Confcommercio. Su i rendimenti Usa, Wall Street perde quasi il 2%
ROMA A preoccupare i consumatori è l’evoluzione negativa della propria situazione personale. Dal lato delle imprese manifatturiere è, invece, il peggioramento del giudizio sulle ordinazioni, oltre che il timore relativo alle attese sulla produzione. Un contesto che nel mese di aprile porta a un peggioramento del clima di fiducia sia da parte dei consumatori (l’indice segna una flessione da 117,5 a 117,1), sia delle imprese (con un calo dell’indice da quota 105,9 a 105,1). I dati certificati dall’istat allarmano il Codacons che considera il deterioramento della fiducia «una preoccupante battuta d’arresto che potrebbe avere effetti negativi sui consumi delle famiglie già in fase fortemente critica», ricorda il presidente Carlo Rienzi. Un giudizio a cui si aggiungono le valutazioni di Confcommercio, che attraverso il proprio ufficio studi evidenzia «un peggioramento del clima di fiducia, sintomatico del clima d’incertezza che caratterizza l’attuale fase congiunturale. Da alcuni mesi,infatti, produzione e occupazione sono in rallentamento».
L’analisi della direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo è, d’altra parte, più cauta. «I dati non cambiano le prospettive. In Italia come nel resto dell’eurozona, il picco del ciclo (almeno in termini di velocità di crociera) potrebbe essere alle spalle, anche se è presto per ritenere esaurita l’attuale fase espansiva», osserva Paolo Mameli, senior economist di Intesa Sanpaolo. Resta l’evoluzione negativa rilevata dall’istituto di statistica, che nel commento ai dati e agli indici riassume che il peggioramento del clima di fiducia nel comparto delle imprese manifatturiere, soprattutto per quanto riguarda le attese sulle ordinazioni, segue il calo del mese di marzo. Tanto da osservare che dopo un buon secondo semestre nel 2017 «l’indice del clima di fiducia del settore manifatturiero sembra essere entrato in una fase di stasi nei primi mesi del 2018, pur conservando una sostanziale tenuta dei livelli produttivi». L’istat ricorda però che l’indicatore trimestrale nella seconda metà del 2017 è stato il migliore degli ultimi dieci anni, tornando a raggiungere i livelli pre crisi del 2007.
In dettaglio, per quanto riguarda il giudizio dei consumatori sul clima economico attuale e sul futuro si evidenzia un lieve miglioramento rispetto al mese di marzo (l’indice passa rispettivamente da 141,9 a 142,6 e da 121,1 121,3). L’analisi sull’universo delle imprese nel mese di aprile mostra, in particolare, una flessione del morale nel settore del commercio al dettaglio con l’indice di fiducia che cala sotto la soglia 100, passando da quota 105 a 97,5. Un regresso dovuto più che altro alle preoccupazioni dell’andamento delle vendite nel canale della grande distribuzione. L’eccezione in positivo è il settore delle costruzioni con un «deciso» balzo in avanti del clima di fiducia (l’indice sale in questo caso da 132,6 a 135,2).
La giornata di ieri segna intanto una difficile seduta a Wall Street, con l’indice Dow Jones che perde oltre il 2%. Qualche timore anche per l’asta dei Titoli di Stato Usa a due anni, dove il rapporto tra domanda e offerta è risultato il peggiore delle ultime sei aste.