L’imbattibile Zidane torna sul luogo del delitto
Bayern-real, rivincita dopo le polemiche del 2017: «Non ce la facciamo addosso»
semifinali giocate dal 2011-2012 tra Real e Bayern: una vittoria a testa gol già segnati da Ronaldo al Bayern. Solo alla Juve ne ha fatti di più: 10
Più che una finale anticipata è la grande rivincita dei quarti della scorsa stagione, quando il Real Madrid sconfisse il Bayern Monaco tra errori arbitrali e mille polemiche. Si riparte dall’allianz Arena, con il Real ancora in dribbling tra i sospetti dopo la sfida raddrizzata con la Juve grazie al rigore concesso dall’arbitro Oliver al 93’. Chiedono a Zidane se la sfida coi bianconeri, persa 3-1 dopo la vittoria per 3-0 allo Stadium, sia stata di lezione: «No, questo è il calcio — risponde serafico Zizou —. Alla fine ci siamo qualificati noi. Fa parte del passato e guardiamo avanti. Di sicuro non ce la facciamo nei pantaloni per questo tipo di partite. Ai giocatori piace vivere queste serate». Soprattutto con Zidane che da quando allena — è alla terza Champions — ha ovviamente sempre passato il turno e vinto due coppe su due: «Ma non dobbiamo pensare alla finale — ammonisce l’allenatore del Real che rispetto alla Juve ritrova al centro della difesa un uomo fondamentale come il capitano Sergio Ramos —. Mentalmente saremo al 150%: pensiamo solo a questa sfida contro una squadra e un allenatore come Heynckes che rispettiamo molto».
Per almeno due buoni motivi: l’allenatore tedesco ha portato la settima Champions in casa Real nel 1998, in finale contro la Juventus. Ed è stato col suo Bayern nel 2013 l’ultimo a spezzare il dominio spagnolo: se si considera quella stagione «Osram», come viene chiamato per la sua capacità di accendersi in viso come una lampadina, è imbattuto da 13 partite europee sulla panchina dei bavaresi. Heynckes deve fare a meno di un giocatore chiave come Arturo Vidal, infortunato. Ma ha rivitalizzato nel suo 4-1-4-1 il colombiano Rodriguez, che s’è lasciato male con il Real e dopo le difficoltà di adattamento nel primo anno con Ancelotti ora è tornato il giocatore creativo e imprevedibile apprezzato al Mondiale 2014: una rivincita nella rivincita per i campioni di Germania, unici tra le quattro semifinaliste a non aver fallito l’obiettivo campionato, per la sesta volta di fila. Però, come per tutti gli avversari, c’è da risolvere il rebus Cristiano Ronaldo che va a segno da 12 partite consecutive (22 reti in totale) ed è il pericolo pubblico numero uno, come sa bene anche la Juve. «È un grande atleta, lo si nota quando si toglie la maglietta...» dice il difensore Boateng. Ma sarà un complimento o una punzecchiatura verso la vanità del campione?