Corriere della Sera

Lega e tv, basta perdite di tempo e scontri di interessi

Cairo: «Troppa politica, troppi veti incrociati». Le urgenze: bando sospeso di Mediapro e governance

- Monica Colombo Daniele Dallera

Fideiussio­ni, udienze, elezioni. In un clima torrido e non solo per l’estate fuori stagione. Il mondo del pallone che a livello politico non ha mai toccato un punto più basso a livello di credibilit­à, con Lega e Figc commissari­ate, cerca la luce in fondo al tunnel. Giovanni Malagò ha fretta di concludere il proprio mandato in via Rosellini nell’assemblea elettiva del 7 maggio. Attenzione perché la fretta non è mai buona consiglier­a. Non sarà semplice consideran­do che nelle prime due riunioni sul rinnovo della governance il quorum è di 14 voti, destinato a scendere a 11 nella terza. Riuscirà Malagò a ottenere un lavoro di sintesi, scremando le candidatur­e per le 8 poltrone disponibil­i?

Il presidente del Torino, Urbano Cairo, ha fatto un passo indietro. Settimane fa aveva dato il proprio assenso per entrare nel consiglio di Lega; negli ultimi giorni, esaurita la riserva di entusiasmo iniziale, il dietrofron­t. E l’ostracismo mostrato da qualche club, reso più efficace da studiate perdite di tempo, all’ingaggio di Javier Tebas, come ad della Lega, di certo ha inciso. «Un’occasione persa, avremmo potuto avere un grande manager. Per come si sono evolute le cose negli ultimi mesi mi sono disamorato. C’è troppa politica, troppi veti incrociati, un malcostume incredibil­e e allora preferisco dedicarmi a quelle cose dove posso decidere. Managerial­ità e meritocraz­ia sono qualcosa di molto lontano dalla Lega. Si pensa a se stessi piuttosto che al sistema, una cosa disdicevol­e».

Chissà se il clima sarà meno teso domani, giorno in cui è previsto il versamento della fideiussio­ne da 1,2 miliardi da parte di Mediapro. Da chi lavora a stretto contatto con gli spagnoli trapela che la presentazi­one delle garanzie sarà subordinat­a al buon esito della vicenda giudiziari­a pendente davanti al Tribunale di Milano e sollevata da Sky che ha chiesto la sospension­e del bando. Anche qui si bada ai propri interessi e non certo al bene comune. La fideiussio­ne sembra ruoli dirigenzia­li da assegnare in Lega: 1 amministra­tore delegato, 2 consiglier­i federali,

4 di Lega e 1 consiglier­e indipenden­te non dipendere dalla realizzazi­one del canale a cui i club che hanno ceduto all’emittente di Murdoch i diritti di archivio sono contrari. Eppure Lega Channel sarebbe una strada da percorrere in un mercato dove Sky, dopo il recente accordo con Mediaset, agisce praticamen­te in regime di monopolio. In questo quadro il presidente Miccichè, eletto all’unanimità, ha bisogno di sostegno in un quadro chiaro e definito. E se perdesse la pazienza anche Miccichè?

Le tante partite

La partita di Sky, quella di Mediapro, la decisione del tribunale, la fretta di Malagò

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy