GIANNELLI
Il leader M5S: chiuso con la Lega, se falliamo al voto. Il reggente dem: è un fatto nuovo, lo valuteremo
Nuovo giro di consultazioni per Fico. Il Pd non chiude al M5S.
I primi timidi segnali di disgelo tra Pd e M5S, registrati nel terzo giro di consultazioni, potrebbero indurre l’«esploratore» Roberto Fico a chiedere tempo al capo dello Stato che, come è noto, ha fissato per domani la fine del mandato esplorativo affidato all’esponente grillino.
Al Quirinale — dove Sergio Mattarella ha ricevuto le associazioni partigiane, rendendo omaggio a Sandro Pertini e ricordando che la «Resistenza ha dato dignità alla Nazione» — sono in attesa di capire se domani, allo scadere delle 72 ore accordate dal Colle, il presidente della Camera Fico sarà in grado di rilanciare: chiedendo, appunto, ancora due, tre o forse più giorni per provare a consolidare la sua tela tra M5S e Pd. E il capo dello Stato non avrebbe nulla in contrario a concedere i «supplementari» a Fico, anche perché il Pd non è certo un partito che può valutare l’offerta del M5S con un «clic»: senza riunire la sua direzione che, a questo punto, verrebbe convocata lunedì o mercoledì.
L’atteggiamento aperturista del segretario reggente del Pd è andato oltre l’ascolto dell’«esploratore» Fico: «Disponibili a valutare il fatto nuovo dal M5S», ha detto Maurizio Martina dopo l’incontro con il presidente della Camera. E subito dopo il capo politico del M5S, Luigi Di Maio — che, per la prima volta, ha dimenticato di rivendicare la sua premiership — ha confermato: «Per noi il discorso con la Lega si chiude del tutto»; «Se fallisce questo tentativo con il Pd si torna la voto»; «Per questo siamo disponibili a discutere sui temi con il Pd».
Matteo Salvini ha reagito come un amante ferito: «Di Maio mi accusa di essere irrilevante? Forse voleva dire coerente, leale. Piuttosto amoreggiare con Renzi e il Pd mi sembra irrispettoso per gli elettori». Ma nel perimetro del mandato di Fico quel che più conta è l’atteggiamento ostile dei renziani, che temono di rimanere isolati:«continuo a esser contrario all’intesa con il M5S», dice Matteo
Berlusconi
Il leader di Forza Italia loda il Quirinale: Mattarella sa quello che fa
Salvini
«Di Maio mi accusa di essere irrilevante? Forse voleva dire coerente e leale»
Orfini. E Michele Anzaldi va oltre e attacca chi, nel Pd, come Martina e Dario Franceschini, fa un lavoro di intelligenza con il Quirinale: «Caro Salvini, non è Di Maio che amoreggia con il Pd e con Renzi... C’é una parte del Pd che, ascoltando il Colle, sta dando credito al tentativo di Fico ma il suo collega Di Maio si è già ripreso la palla». Così pare strano che il 25 aprile a difendere il capo dello Stato, che festeggerà l’anniversario della Liberazione sulla Maiella, arrivino le parole di Silvio Berlusconi: «Il presidente Mattarella sa quello che fa».