Yuri, da badante a chirurgo: «Ora voglio curare i bimbi»
In Italia dall’ucraina: era medico, ha dovuto laurearsi di nuovo
ABANO TERME (PADOVA) Se in Italia ti chiami Yuri e arrivi dalle campagne ucraine di Sasovo, sul confine meridionale con la Romania, non è facile fare il medico. E lo è ancor di meno in Ungheria, Spagna, Francia, Germania, Austria. Anche se al tuo Paese facevi il cardiochirurgo e ti sei laureato con il massimo dei voti.
Ne sa qualcosa Yuri Rusinko, che 16 anni fa ha alzato la testa e scrutato l’orizzonte verso Occidente iniziando a peregrinare per l’europa con un preciso intento: «Guadagnare di più, in Ucraina erano 50 euro al mese». Si è fermato oltre Eboli, ad Aquara, dalle parti di Salerno, che per dimensioni gli ricordava Sasovo ma non è questo il motivo della sua scelta: «No, diciamo che da clandestino in Italia avevo più speranze perché ci sono meno controlli».
E così, dopo aver tentato a Budapest, Madrid, Strasburgo e Leibnitz (Austria), il cardiochirurgo Rusinko ha messo piede ad Aquara, dove aveva degli amici ucraini. E ha preso a lavorare nel mondo grigio degli irregolari. Muratore. «Non mi spaventava la fatica fisica, la mia è una famiglia di faticatori, mio papà ha portato per una vita la farina al forno statale di Sasovo».
Cattolicissimo, educato al sacrificio, un figlio da mantenere rimasto in patria, Rusinko ha spalato malta per un po’. Fino a quando le voci sul suo conto hanno cominciato a girare per le antiche stradine di Aquara, rimbalzando fino all’ufficio del sindaco, il democratico Enzo Luciano. «Enzo è venuto da me: ma In camice bianco Yuri Rusinko, 48 anni, è nato vicino a Sasovo, in Ucraina. Ad Abano Terme (Padova) lavora come cardiochirurgo davvero sei medico? Gli dispiaceva e ha voluto aiutarmi. Ma io ero clandestino e non parlavo la lingua».
Rusinko ha fatto così il primo salto di qualità. «Scaricavo il furgone di un signore che faceva i mercati... Era diabetico, cardiopatico. Gli controllavo la pressione e la glicemia». Poi è arrivata la signora Antonietta, insegnante d’italiano. «Mi vedeva col furgone e sapeva di me. Anche lei mi ha preso a cuore. Diceva a tutti che ero come San Gennaro e potevo fare punture, flebo, medicazioni, clisteri...».
Grazie alla legge Bossi-fini e al sindaco ha ottenuto il primo permesso di soggiorno. «Come badante di un signore anziano. Una bella fortuna perché a quel punto potevo chiedere il riconoscimento della laurea». Ma all’esame orale di convalida è stato bocciato.
«Il problema è che non sapevo ancora bene l’italiano». Rusinko ha pensato allora di ripartire da infermiere. «A Firenze mi hanno preso subito. E siccome l’istituto era anche universitario, mi sono iscritto a Medicina. Mi hanno convalidato tre anni e ho iniziato dal quarto».
Ha lavorato e studiato per un triennio e si è laureato anche in Italia. Voto 110. Il 2010 è stato per lui un anno d’oro,
In Veneto
Il 48enne ha iniziato come muratore, poi scaricatore e badante: la laurea a Firenze con 110 e oggi il lavoro ad Abano Terme