Eurosport, la telecronaca del ciclismo e una voce storica
Apochi giorni dall’inizio del Giro d’italia, dalla «casa del ciclismo» è sparito Salvo Aiello. Al suo posto Luca Gregorio, che, se non ricordo male, prima commentava il basket. Cos’è successo? Perché ci si è privati di una voce storica di Eurosport, soprattutto di una voce che dava una forte identità alla rete? Non lo so.
Negli ultimi tempi Eurosport ha avuto qualche sbandata, non un buon segno per una rete che si accinge a trasmettere le Olimpiadi. Sta di fatto che nella storia delle telecronache sportive, le coppie che hanno lascato un segno sono davvero poche: Gianni Clerici e Rino Tommasi, Federico Buffa e Flavio Tranquillo, Salvo Aiello e Riccardo Magrini, appunto.
Sulla rete ho raccolto poche notizie: tifosi molto arrabbiati che rimproverano a Gregorio uno scarso amore per il ciclismo e non gli perdonano certi entusiasmi giovanili (le emozioni del basket, a suo dire, non erano paragonabili a uno scatto in salita di Pantani o Contador), dichiarazioni molto signorili di Aiello («il perché ufficiale non mi è stato mai comunicato, e trattandosi di una collaborazione esterna non c’è l’obbligo della comunicazione. Anche se, umanamente, almeno una telefonata me la sarei aspettata») e poco altro. Non è mio compito occuparmi di retroscena, non ne sarei capace. Né voglio sapere perché il grande Magrini, detto «Magro» (per questo l’amo ancora di più) sia rimasto.
Ma la telecronaca del ciclismo è tutta particolare: salvo rare eccezioni, sono gli ultimi chilometri i più importanti (basta pensare all’ultima Milanosanremo o alle classiche «monumento»). Per il resto devi parlare per ore e ore, spesso sul nulla, sbirciando il «Garibaldi», ricevendo una telefonata in diretta o poco più. Ebbene Aiello e Magrini erano bravi a tenerti compagnia, a rispettare la corsa e i corridori, a mescolare ironia e competenza. Peccato non sentirli più assieme.