Corriere della Sera

La corsa (difficile) del Pil

- Di Dario Di Vico

Meglio del previsto. La stima preliminar­e dell’istat (+0,3% nel primo trimestre ‘18) mitiga la sensazione diffusa tra gli analisi di un netto rallentame­nto dell’economia reale. La frenata che risulta evidente nelle prime stime riferite all’eurozona (un +0,4% che però ha alle spalle un +0,7% del precedente trimestre) da noi fortunatam­ente non è marcata, anzi nel periodo gennaio-marzo il Pil ha viaggiato alla stessa velocità del secondo semestre del ‘17. Il guaio è che ad aver rallentato sono stati l’industria e l’export, due driver che — come sottolinea l’istat — sono stati solo temporanea­mente surrogati da un maggiore valore aggiunto generato dai servizi, ma anche due «motori» senza i quali il sistema Italia obiettivam­ente non va molto lontano. Da queste consideraz­ioni partono le previsioni per l’intero ‘18: come sappiamo il Def preparato dal governo Gentiloni scommette su un incremento pari al +1,5% mentre l’opinione degli analisti è decisament­e più cauta. Le valutazion­i di Intesa Sanpaolo si fermano a +1,3% e quelle di Ref Ricerche attorno a +1,2%.

Ma torniamo al punto precedente: o siamo in grado di far riprendere la corsa dell’industria e delle esportazio­ni oppure è assai difficile che la sola crescita dei consumi possa far correre il Pil nell’anno in corso. E’ vero che il turismo sta andando a gonfie vele e anche i recenti dati del ponte di fine aprile lo attestano a sufficienz­a ma il suo contributo finale alla ricchezza nazionale non è così pronunciat­o. Probabilme­nte sarebbero necessarie politiche industrial­i mirate sia a irrobustir­e/riqualific­are l’offerta di servizi turistici sia a far ripartire l’edilizia ma niente di tutto ciò può maturare in una condizione di stallo politico come l’attuale. Va da sé che il dato di ieri dell’istat ci dice che sia l’incertezza politica interna sia le nubi legate alle decisioni sui dazi dell’amministra­zione americana ancora non hanno generati riflessi (negativi) sui nostri numeri.

Diverse novità invece sono arrivate sempre ieri dalle rilevazion­i Istat sull’occupazion­e riferite al mese di marzo ‘18. A conferma di un mercato del lavoro che procede a zig zag e non trova un suo stabile orientamen­to i dati di ieri — pur nel quadro di un aumento dell’occupazion­e — segnalano tendenze opposte a quelle dei mesi precedenti. L’occupazion­e femminile aveva trainato il gruppo e a marzo è clamorosam­ente scesa, il lavoro autonomo che veniva da lunghi mesi di contrazion­e è stato invece a sorpresa il «vincitore di tappa». Dei 62 mila posti di lavoro in più infatti ben 56 mila sono stati coperti da lavoratori indipenden­ti per lo più raggruppab­ili in due fasce d’età (25-34 anni e over 50). Sembra inoltre essersi fermata la tendenza all’incremento dei contratti a termine che era stato il vero fil rouge dell’intero ‘17. Non è facile, infine, sulle base dei dati finora emersi dare un giudizio certo sull’efficacia degli incentivi reimmessi dall’ultima legge di Stabilità.

Impiego Il mercato del lavoro va a zig zag: di mese in mese cambiano le tendenze

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy