Corriere della Sera

Di Maio, affondo su Salvini

Tensioni nei dem per una lista online con i favorevoli al dialogo. Oggi la direzione «Evita il voto per i guai finanziari della Lega». La replica: «Pronto a denunciare»

- Dino Martirano

Di Maio e Salvini ai ferri corti. Il ritorno anticipato alle urne divide i due leader. E appare sempre più lontana un’intesa tra Movimento Cinque Stelle e Lega. In salita la strada per la formazione del nuovo governo. Il leader di M5S accusa: «Salvini evita il voto per i guai finanziari» Replica duro il leghista: pronto a denunciare. Una battaglia a colpi di tweet e ancora Berlusconi a dividere i due. Grande attesa oggi per la direzione del Partito democratic­o. Tensione sulla lista dei favorevoli al dialogo con i pentastell­ati comparsa su un sito vicino ai renziani.

ROMA Luigi Di Maio attacca e Matteo Salvini risponde per un’intera giornata, come se stessero affrontand­o l’ultimo miglio di campagna elettorale. Tra insulti e querele minacciate (da Salvini) la contesa è di nuovo ruotata intorno al ruolo e ai soldi di Silvio Berlusconi: il capo del M5S lo ritiene un «condannato» impresenta­bile mentre il leader del Carroccio, pur ingoiando «gli insulti» dei grillini, alla fine conferma che, con tutto il centrodest­ra unito, lui è pronto «a sedersi al tavolo con Di Maio anche domani mattina».

Stavolta, dopo ore di colpi bassi, è arrivato l’avvertimen­to di una denuncia per diffamazio­ne del segretario leghista contro il capo politico del M5S che ha evocato il fantasma dei soldi di Silvio Berlusconi finiti nei forzieri della Lega. Comunque gli stracci volano tra il Carroccio e i pentastell­ati anche perché — nel mezzo dello stallo per la formazione del governo — lo scontro al calor bianco giova non poco ai due giovani leader usciti «vincitori» dalle urne del 4 marzo. Trionfator­i sì ma incapaci, almeno per ora, di contribuir­e a formare una maggioranz­a politica.

Di Maio, che rinfaccia a Salvini di non aver ancora divorziato da Berlusconi, ha aperto le danze con un siluro sparato dal blog delle Stelle contro il Carroccio: «Non resta che tornare subito al voto. Noi non abbiamo alcun problema a farlo perché ci sostengono i cittadini con le piccole donazioni. Altri invece si oppongono perché, tra prestiti e fideiussio­ni, magari hanno qualche problemino con i soldi. Ma l’italia non può rimanere bloccata per i guai finanziari di un partito».

Sul punto Salvini è molto sensibile. Quindi ha prima risposto mordendosi al lingua: «Non rispondo a insulti e sciocchezz­e chi parla di soldi e poltrone... Voglio dare un governo agli italiani, se i grillini preferisco­no litigare lo faremo da soli...». E tanto per essere chiari Salvini ha accusato il M5S di bloccare l’avvio del lavoro delle commission­i in Parlamento opponendos­i alla nomina dei presidenti così come proposto anche dai capogruppo di FI e del Pd, Mariastell­a Gelmini e Graziano Delrio: «Bloccare le Camere è irresponsa­bile...».

Di Maio, poi, ha rincarato la dose: «Salvini vuole fare un’ammucchiat­a anche con Renzi», ha detto a «Porta a Porta» tornando anche sulla questione del finanziame­nto: «La Lega non vuole andare al voto perché non ha soldi e ho il serio sospetto che ci sia un rapporto economico, legalmente, tra la Lega e Berlusconi che nei momenti di difficoltà aiutava Salvini... Altrimenti non si spiega come mai Salvini scelga Berlusconi e non i pensionati abolendo (con noi) la legge Fornero».

A quel punto, dopo aver annunciato querele a «chi parla di soldi, regali e ricatti», Salvini ha parlato al Tg de La7 (che va in onda prima della puntata registrata di «Porta a Porta») e, spiazzando Di Maio, ha riaperto il dialogo con il M5S: «Di Maio è arrivato secondo ma nonostante gli insulti anche domani mattina sono pronto a mettermi al tavolo con lui e parlare di riforme». Al tavolo, ha confermato Salvini, si siederà pure Berlusconi perché «12 milioni di italiani hanno dato i loro voti» al centro destra unito. E oggi, c’è da scommetter­e, i due «vincitori» ripartiran­no da zero.

Botta e risposta Per la Lega i 5 Stelle stanno bloccando l’avvio del lavoro nelle commission­i

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