Corriere della Sera

Il leader dei 5 Stelle: ora in piazza e in tv, ci vogliono sabotare

- Emanuele Buzzi

Galeotta è stata l’elezione di Roberto Fico a presidente della Camera. «Salvini ha dimostrato di essere una persona che sa mantenere la parola data», aveva detto all’epoca Luigi Di Maio. Luna di miele o quasi, con vista su un possibile governo. L’intesa tra il capo politico del Movimento e il leader del Carroccio era sembrata talmente solida che Di Maio — parlando alla riunione di deputati e senatori M5S — aveva riferito di contatti ancora più frequenti di quanto fosse filtrato sui media.

Quaranta giorni dopo è l’ora dello scontro. Di Maio in una lunga lettera ai parlamenta­ri spiega il suo punto di vista. «In questi giorni è emerso chiarament­e che sia Berlusconi e Renzi, sia Renzi e Salvini si sono sentiti in tutto questo periodo per sabotare qualsiasi possibilit­à di far andare al governo il Movimento», scrive il leader. Che elogia il capo dello Stato: «L’unico corretto con noi è stato il presidente Mattarella».

«Abbiamo dato il massimo e agito con linearità e prendendoc­i tutta la responsabi­lità di una situazione causata da una legge elettorale che hanno voluto tutti, tranne noi», si difende il leader pentastell­ato. E spiega a suo modo il perché abbia tenuto in piedi la politica dei due forni: «Avevamo creduto che i partiti, con tutte le batoste che hanno preso in questi anni, avessero imparato la lezione e avessero capito che è finalmente arrivato il momento di dare delle risposte agli italiani». Di Maio annuncia un supplement­o di campagna elettorale per spiegare le scelte dei Cinque Stelle («Parleremo nelle piazze e nelle tv»), lancia la battaglia sui vitalizi e si difende sugli esiti del voto alle Regionali. «Viste le Amministra­tive dicono che perdiamo voti — scrive —. Nessuno dice che a giugno 2017 abbiamo preso alle Amministra­tive l’8% di media. Dopo pochi mesi in Sicilia il 35%». Di Maio poi ipotizza una offensiva mediatica dei Tg Rai contro il Movimento: «Negli ultimi 50 giorni ci avevano trattato con i guanti bianchi perché avevano paura che andassimo al governo e sostituiss­imo i direttori. Lo faremo molto presto grazie a una legge finalmente meritocrat­ica».

«Dicono che siamo dei poltronari. Che abbiamo mirato al potere a tutti i costi — prosegue il leader —. È un’accusa che mi fa sorridere, perché se avessimo voluto le poltrone avremmo potuto accettare di fare un contratto con Berlusconi e avremmo avuto le “nostre” poltrone al governo. E adesso vedremo chi sono i poltronari».

Il timore sui media Il timore di un’offensiva della Rai: prima pensavano che andassimo al governo

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Luigi Di Maio Capo politico dei 5 Stelle, 31 anni

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