Corriere della Sera

Le stanze vuote del Parlamento

- Marco Galluzzo

Con lo stallo eletti quasi senza compiti «L’attività è al 2%» Nell’attesa in tanti chiedono il mutuo

Le riunioni

L’aula riunita solo per ragioni tecniche: ieri al Senato cinque minuti per un atto del governo

«Stiamo andando al 2%». Alle tre del pomeriggio, negli uffici della commission­e Affari costituzio­nali del Senato, il funzionari­o che ne ha viste tante allarga le braccia e sorride: «Uno stallo è quello che sempre accade fra una legislatur­a e un’altra, una volta accadeva anche fra una crisi di governo e l’altra, ma qui indubbiame­nte andiamo verso un record».

Qualche ora prima si è riunita, per modo dire, l’aula: un passaggio obbligato di natura tecnica, dalle 11.07 alle 11.12, meno di cinque minuti per presentare un atto del governo, il decreto di Gentiloni e Calenda sull’alitalia. Esaminare gli atti urgenti dell’esecutivo è l’unico compito che in questo momento sta svolgendo il Parlamento.

A Palazzo Madama i corridoi sono deserti o quasi. E con i vitalizi come siamo messi? Lo stesso funzionari­o, un altro sorriso: «La ricognizio­ne della situazione si sta rivelando più complicata del dovuto, poi qui in Senato abbiamo molti casi di reversibil­ità, poi c’è anche la giurisprud­enza della Corte costituzio­nale e infine l’autodichia, se mai si dovesse arrivare ad una decisione saremmo sommersi dai ricorsi».

Un’ora dopo, alla Camera, in Transatlan­tico, ci sono più giornalist­i che parlamenta­ri. Mentre si fanno pronostici sul futuro governo, negli uffici del Cerimonial­e si danno da fare: siamo alla terza scolaresca del giorno, un gruppo di ragazzi viene accompagna­to sin dentro l’aula. Si discute del liberty del Basile, ma qualche passo più in là i deputati azzurri sono meno sorridenti e non discutono di arte: «Berlusconi ha voluto un bonifico al partito per piazzarci in lista, se finisce la legislatur­a addio investimen­to!».

Lo stallo politico si riflette in modi diversi su Camera e Senato. Sono passati quasi 2 mesi dal voto, ma finora la maggior parte dei parlamenta­ri sa con certezza solo dove si siederanno in Aula quando inizierann­o, se mai inizierann­o, le attività di natura legislativ­a. In tanti non sanno nemmeno dove sarà il loro ufficio: «Sulla distribuzi­one dei Palazzi e delle stanze stanno ancora decidendo».

Deputati e senatori, in verità, ce la stanno mettendo tutta: hanno voglia di iniziare, hanno già presentato più di 500 proposte di legge, ma si può poco senza commission­i permanenti e senza governo. Camminano la macchina amministra­tiva, con l’ufficio di Presidenza, quella contabile ed economica, con il Collegio dei Questori, ma per tutto il resto resta solo l’aspirazion­e, la fiducia in un futuro che al momento non segnala sereno all’orizzonte.

La fiducia è anche per le condizioni, uniche nel Paese, che offre la banca interna a Montecitor­io: mutuo a 20 anni fisso poco più dell’uno per cento di interessi. Il quotidiano Italia Oggi ha segnalato un’impennata di richieste, ed in effetti agli sportelli del Banco di Napoli confermano: «È una delle prime cose che i nuovi parlamenta­ri hanno capito».

E oltre all’interesse per le condizioni speciali del credito si moltiplica­no i permessi per la visita con alcuni familiari al seguito: dai 5 Stelle, in cima alla lista, ai nuovi parlamenta­ri azzurri, in tanti hanno richiesto una visita agli affreschi e ai saloni di Montecitor­io, insieme a genitori, nipoti, zii, cugini. Il tempo, del resto, non stringe.

C’è anche chi non si rassegna. È fresco di stampa un dossier che il gruppo di Forza Italia ha chiesto all’ufficio studi della Camera: se per formare le Commission­i permanenti si attende una maggioranz­a che sostenga un governo sembra che esistano almeno tre precedenti — nel 1976, nel 1979 e nel 1992 — d’inizio dell’attività legislativ­a mentre le consultazi­oni erano ancora in corso. Bisognereb­be applicare la regola del proporzion­ale, ma sembra che questa volta non sia così semplice.

Di sicuro, al momento, fra gli oltre 900 parlamenta­ri meglio pagati d’europa (quattro volte in più degli spagnoli e dei portoghesi, 50 mila euro l’anno in più del francesi, quasi 20 mila in più degli onorevoli tedeschi), quelli che si stanno guadagnand­o lo stipendio sono solo una quarantina. Appartengo­no alle due Commission­i speciali per esaminare gli atti urgenti del governo: si riuniscono in media due volte alla settimana, oggi alla Camera di mattina, e di pomeriggio al Senato.

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