Le stanze vuote del Parlamento
Con lo stallo eletti quasi senza compiti «L’attività è al 2%» Nell’attesa in tanti chiedono il mutuo
Le riunioni
L’aula riunita solo per ragioni tecniche: ieri al Senato cinque minuti per un atto del governo
«Stiamo andando al 2%». Alle tre del pomeriggio, negli uffici della commissione Affari costituzionali del Senato, il funzionario che ne ha viste tante allarga le braccia e sorride: «Uno stallo è quello che sempre accade fra una legislatura e un’altra, una volta accadeva anche fra una crisi di governo e l’altra, ma qui indubbiamente andiamo verso un record».
Qualche ora prima si è riunita, per modo dire, l’aula: un passaggio obbligato di natura tecnica, dalle 11.07 alle 11.12, meno di cinque minuti per presentare un atto del governo, il decreto di Gentiloni e Calenda sull’alitalia. Esaminare gli atti urgenti dell’esecutivo è l’unico compito che in questo momento sta svolgendo il Parlamento.
A Palazzo Madama i corridoi sono deserti o quasi. E con i vitalizi come siamo messi? Lo stesso funzionario, un altro sorriso: «La ricognizione della situazione si sta rivelando più complicata del dovuto, poi qui in Senato abbiamo molti casi di reversibilità, poi c’è anche la giurisprudenza della Corte costituzionale e infine l’autodichia, se mai si dovesse arrivare ad una decisione saremmo sommersi dai ricorsi».
Un’ora dopo, alla Camera, in Transatlantico, ci sono più giornalisti che parlamentari. Mentre si fanno pronostici sul futuro governo, negli uffici del Cerimoniale si danno da fare: siamo alla terza scolaresca del giorno, un gruppo di ragazzi viene accompagnato sin dentro l’aula. Si discute del liberty del Basile, ma qualche passo più in là i deputati azzurri sono meno sorridenti e non discutono di arte: «Berlusconi ha voluto un bonifico al partito per piazzarci in lista, se finisce la legislatura addio investimento!».
Lo stallo politico si riflette in modi diversi su Camera e Senato. Sono passati quasi 2 mesi dal voto, ma finora la maggior parte dei parlamentari sa con certezza solo dove si siederanno in Aula quando inizieranno, se mai inizieranno, le attività di natura legislativa. In tanti non sanno nemmeno dove sarà il loro ufficio: «Sulla distribuzione dei Palazzi e delle stanze stanno ancora decidendo».
Deputati e senatori, in verità, ce la stanno mettendo tutta: hanno voglia di iniziare, hanno già presentato più di 500 proposte di legge, ma si può poco senza commissioni permanenti e senza governo. Camminano la macchina amministrativa, con l’ufficio di Presidenza, quella contabile ed economica, con il Collegio dei Questori, ma per tutto il resto resta solo l’aspirazione, la fiducia in un futuro che al momento non segnala sereno all’orizzonte.
La fiducia è anche per le condizioni, uniche nel Paese, che offre la banca interna a Montecitorio: mutuo a 20 anni fisso poco più dell’uno per cento di interessi. Il quotidiano Italia Oggi ha segnalato un’impennata di richieste, ed in effetti agli sportelli del Banco di Napoli confermano: «È una delle prime cose che i nuovi parlamentari hanno capito».
E oltre all’interesse per le condizioni speciali del credito si moltiplicano i permessi per la visita con alcuni familiari al seguito: dai 5 Stelle, in cima alla lista, ai nuovi parlamentari azzurri, in tanti hanno richiesto una visita agli affreschi e ai saloni di Montecitorio, insieme a genitori, nipoti, zii, cugini. Il tempo, del resto, non stringe.
C’è anche chi non si rassegna. È fresco di stampa un dossier che il gruppo di Forza Italia ha chiesto all’ufficio studi della Camera: se per formare le Commissioni permanenti si attende una maggioranza che sostenga un governo sembra che esistano almeno tre precedenti — nel 1976, nel 1979 e nel 1992 — d’inizio dell’attività legislativa mentre le consultazioni erano ancora in corso. Bisognerebbe applicare la regola del proporzionale, ma sembra che questa volta non sia così semplice.
Di sicuro, al momento, fra gli oltre 900 parlamentari meglio pagati d’europa (quattro volte in più degli spagnoli e dei portoghesi, 50 mila euro l’anno in più del francesi, quasi 20 mila in più degli onorevoli tedeschi), quelli che si stanno guadagnando lo stipendio sono solo una quarantina. Appartengono alle due Commissioni speciali per esaminare gli atti urgenti del governo: si riuniscono in media due volte alla settimana, oggi alla Camera di mattina, e di pomeriggio al Senato.