Clienti in fuga, chiude Cambridge Analytica
Cambridge Analytica ha chiuso i battenti. La società di consulenza fondata del miliardario Robert Mercer che ha lavorato anche per la campagna elettorale di Donald Trump non ha superato lo scandalo dell’acquisizione e dell’utilizzo improprio dei dati di 87 milioni di iscritti a Facebook e la crescente pressione sui suoi metodi di profilazione. «Siamo stati oggetto di numerose accuse infondate e l’assedio mediatico ha allontanato praticamente tutti i nostri clienti e fornitori», scrive da Londra la società. Nei mesi scorsi, i vertici di Cambridge Analytica e della sua affiliata Slc hanno creato una nuova compagnia, Emerdata. A far esplodere il caso, a metà marzo, sono state le inchieste giornalistiche di Guardian e New York Times. Menlo Park, che un mese e mezzo fa ha reagito sospendendo CA dalla piattaforma, pur essendo a conoscenza della violazione da tempo, dichiara che l’accaduto «non cambia il nostro impegno e la nostra determinazione nel capire cosa sia successo e impedire che si ripeta». La notizia è arrivata nel corso della conferenza degli sviluppatori conclusa ieri a San José, in California. E fa gioco all’atteggiamento assunto da Mark Zuckerberg di controllore di un ecosistema in cui sono gli altri a sbagliare e in cui Facebook continuerà a far fruttare il suo immenso patrimonio: i dati delle persone. Persino per farle innamorare: Facebook non solo non si ferma, ma rilancia sfidando l’app di incontri Tinder, portando al crollo delle azioni della sua casa madre Matchgroup e facendo storcere il naso a chi interpreta la mossa come una nuova invasione nella privacy.
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