PRIMO MAGGIO IN FRANCIA LA VIOLENZA IN AUMENTO IMBARAZZA MÉLENCHON
Il primo maggio parigino ha visto sfilare tra le 30 mila e le 50 mila persone, ma 1.200 black bloc hanno rubato la scena ai manifestanti pacifici. Gli antagonisti di sinistra e anarchici in lotta contro il capitalismo e la globalizzazione hanno dato fuoco alle Mercedes e altre auto parcheggiate nel quartiere Austerlitz, assaltato una trentina di negozi e un ristorante Mcdonald’s, sul quale hanno disegnato il simbolo della falce e martello e la scritta «Go vegan» contro gli hamburger imperialisti e la carne in generale. I militanti vestiti di nero hanno preso a martellate il fast food mentre dentro c’erano i clienti, che si sono rifugiati al piano superiore e sono usciti qualche ora dopo: famiglie, qualche bambino e signore anziane terrorizzate. Centonove arresti, tra i quali una ventina di minori e cinque stranieri. Le scene di battaglia urbana hanno messo in imbarazzo Jean-luc Mélenchon, il leader del partito di sinistra radicale France Insoumise, che ha subito indicato come responsabili «bande di estrema destra, senza dubbio». Salvo poi ammettere l’errore e rivolgersi a quei ragazzi «con affetto»: «Non imbarcatevi in queste avventure, la violenza non porta a niente». Imbarazzo anche per Gérard Miller, ex co-protagonista del maggio 68 e psicanalista oggi fondatore della tv online «Le Média» vicina a Mélenchon: «I violenti sono super-cretini utili che servono altri scopi», ha detto suggerendo quasi una provocazione. Dagli autonomi di Notre Dame des Landes e delle facoltà occupate ai black bloc, ai militanti di estrema destra che pattugliano il confine con l’italia, la violenza guadagna spazio. Quando un’opposizione seria e credibile a Emmanuel Macron riuscirà finalmente a strutturarsi, forse la lotta politica tornerà a privilegiare il Parlamento.