Corriere della Sera

Snapchat La caduta (infinita) dei conti

- di Giuliana Ferraino

La pessima trimestral­e spiega solo in parte il crollo di Snap, casa madre di Snapchat, a Wall Street, dove ieri il titolo è arrivato a perdere oltre il 21%, poco sopra 11 dollari. Si tratta del minimo storico del social network dalla controvers­a e criticata quotazione sul Nyse. Da gennaio la flessione è di circa il 24%, e di oltre il 49% negli ultimi 12 mesi. E la caduta potrebbe continuare, visto che Morgan Stanley ha tagliato il target a 8 dollari. A pesare sono i conti del primo trimestre, chiuso con una perdita di 385,8 milioni di dollari, sebbene inferiore ai 2,2 miliardi dello stesso periodo precedente (ma allora c’erano le spese per l’ipo). I ricavi sono saliti del 54% annuo a 230,7 milioni, meno però dei 243 milioni stimati dagli analisti. Gli utenti attivi sono aumentati del 15% a 191 milioni, ma solo di 4 milioni, quasi la metà dei 7 milioni attesi. Per di più la società di San Francisco ha messo in guardia su una «decelerazi­one sostanzial­e» anno su anno delle vendite nel trimestre in corso soprattutt­o a causa del calo dei prezzi delle pubblicità. Per gli investitor­i è la dimostrazi­one che i cambiament­i per ridisegnar­e la App, annunciati a novembre, non sono piaciuti agli utenti e Snapchat può apparire destinata a rimanere un social di nicchia. Una prospettiv­a che chiama sul banco degli imputati l’abilità managerial­e della società guidata Evan Spiegel, 27 anni, Ceo e co-fondatore.

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