Corriere della Sera

Occasione persa Ha preso troppi gol nella gara d’andata

- di Mario Sconcerti

La Roma ha giocato una splendida Champions e alla fine è caduta in piedi. Dispiace perché in un anno in cui mancano le grandissim­e squadre, era fra le candidate più serie. Poche in Europa sanno trovare occasioni con la continuità della Roma. Non ha perso stasera, ha preso troppi gol a Liverpool quando la cittadella è caduta e gli inglesi l’hanno saccheggia­ta. È questo equilibrio finale che è mancato alla Roma nell’anno delle grandi rimonte. La notizia sta nell’imperfezio­ne comune del calcio europeo. Per la prima volta si tocca con mano la transizion­e, la nuova realtà del calcio. Non c’è più matematica tecnica perché non esistono più le incognite, nessuno gioca così bene da potersi nascondere, può succedere sempre qualunque cosa. Non è chiara la differenza con il Liverpool. Dzeko ha cancellato Salah, la Roma stavolta ha corso più degli inglesi. Non c’è un perché, non c’è una superiorit­à. C’è un calcio che a questi livelli è quasi sconosciut­o, è anti televisivo, cancella le certezze. Non solo vince chiunque, ma vince dentro qualunque risultato. Non c’è più epica, scompare Salah come era scomparso Messi, resiste la normalità fisica di Dzeko. Siamo dentro una routine che cancella la diversità. Perdono tutti perché tutti sono battibili. È la fine dell’idolo, della divinità, tutto è normale. Ma senza eroi che fine fa l’avventura? Forse il calcio delle rimonte, vere e mancate ma possibili, reali, è l’inizio del vero calcio moderno, quello dove nessuno costa cento milioni perché nessuno vale venti volte gli altri. Un calcio che chiede meno aggettivi perché non vuole essere ingannato. Forse la Roma è stata all’altezza del Liverpool, ma nessuno dei due è all’altezza del dio del calcio, nemmeno il Real. Pazienza, cercheremo di divertirci comunque.

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