Entro il 2065 la popolazione calerà di 6,5 milioni
Meno nascite, più immigrati. Il rapporto Istat sul « Fu- turo demografico del Pae- se » , racconta un’italia con due caratteristiche spicca- te. Nel 2065 le nascite non basteranno a compensare le morti e il saldo tra le une e le altre aumenterà fino a raddoppiare nel mediolungo termine. Non solo. La popolazione residente è destinata a ridursi progressivamente fino a raggiungere un meno 10% rispetto a oggi: circa 54,1 milioni. La tendenza al calo accelera nella seconda parte degli anni analizzati. Risultato, 6 milioni e mezzo di persone in meno. L’esodo è legato all’incertezza di leggi e a problemi socio economici. La seconda traccia riguarda l’immigrazione. Nei prossimi 50 anni ci raggiungeranno oltre 14 milioni di stranieri. Il rapporto prevede una quota annua di persone discendente, ma gli emigrati nell’intero arco di proiezione sono 6,6 milioni. La longevità va alle stelle. Gli uomini toccano 86,1 anni, le donne per la prima volta superano i 90, esattamente 90,2, contro gli 80,6 e gli 85 del 2016. Gli over 65 saranno il 34% della popolazione, più nonni e bisnonni di nipoti. I futuri vecchi sono i bambini del baby boom ( classe 61- 76) che passano dall’età produttiva alla senilità. In compenso il tasso di fecondità dovrebbe aumentare da 1,34 a 1,59 figli per donna. Per il presidente di Forum delle famiglie, Gigi De Paolo « è un bollettino di guerra, concentriamoci sul tema della natalità, ne va della sopravvivenza del nostro Paese » . Solo un governo di destra, secondo la leader di Fratelli d’italia, Giorgia Meloni, può sostenere un piano a favore della famiglia: « La rivoluzione delle culle non va rinviata » .