«Tutta la notte intrappolati in ascensore»
Padova, la coppia e il cane: combattevamo la sete con le bucce di mango
La piazza era lì, a un passo, e pullulava di gente. C’era il viavai degli universitari rimasti in città, c’era il popolo del dopocena e c’era quello dell’osteria al Peronio. E proprio fra schiamazzi e sollazzi del centro di Padova, in un palazzo storico che si affaccia su piazza della Frutta, Cristina e Roberto hanno vissuto la loro esperienza più estrema, solit ari a e drammatica: 1 2 ore chiusi in un ascensore di un metro per un metro, vecchio, cigolante e, soprattutto, bloccato. « Erano le 10 di sera, stavamo scendendo per buttare l’immondizia e portare Bela a fare un giretto quando l’ascensore si è fermato fra il primo e il secondo piano. All’inizio non eravamo preoccupati ma poi è diventato un incubo » , racconta ora con un sorriso Roberto, 44 anni, una vita in Spagna e da qualche tempo a Padova, dove gestisce con Cristina il bar Antille. La sua nottata del primo maggio è buona per un film americano di sopravvivenza. « Ab- biamo i niziato a urlare e a suonare l’allarme ma non arrivava nessuno » . La ragione è semplice: il palazzo dove abitano è di uffici e l’allarme non è co l l e g a to a una ce nt r a l e operativa. « Dovevo risolvere il problema in un altro modo » .
Bela scodinzolava, Cristina suonava e lui tentava di aprire le porte dell’ascensore perché l’aria cominciava a mancare. « Ce l’ho fatta ma mi sono tro- vato di fronte un muro » . Non r i maneva c he a t t e ndere il passaggio di qualcuno. La notte, però, è l unga, faceva caldo e l a s ete i ncombeva. « Nella spazzatura c’erano le bucce del mango che avevamo man g i a t o d i mat t i n a . L’abbiamo usato per bagnarci le labbra » . Tutto in un giorno: dall’abbondanza al bisogno, dalla confusione alla solitudine. Sia chiaro, nessuna disperazione: non si sarebbero mangiati l’un l’altro e anche Bela rischiava poco. « Lei ci leccava in continuazione » . E, incredibile, non ha bagnato i quattro angoli della scatola in cui erano costretti.
Verso le dieci di mattina, la liberazione. A sentire le urla e i pugni sull’ascensore è stato un collaboratore dell’europarlamentare Flavio Zanonato, Mirko Braga: « Quando i pompieri hanno aperto l’ascensore loro erano rannicchiati » . Sorridenti e abbaianti. La vicenda
Alle dieci di sera del 30 aprile, Cristina e Roberto, gestori del bar Antille in centro a Padova, rimangono intrappolati nell’ascensore del palazzo dove abitano
Vengono liberati dai pompieri alle 10 del mattino del primo maggio. Nessuno sentiva le loro urla, il palazzo era deserto