Salvini al M5S: governo a tempo insieme Unità a rischio, vertice nel centrodestra
«Lega e M5S in un governo per la legge elettorale» Lo stop del M5S. Grillo rilancia il referendum anti euro Di Maio: partiti traditori del popolo. Ed evoca la piazza Renzi rivendica la rottura. Franceschini: è superficiale
Ealla fine Matteo Salvini tenta la carta di un’intesa con i 5 Stelle per un «governo a tempo». E cerca di giocare d’anticipo, prima che lunedì, dopo il giro di consultazioni al Quirinale, sia troppo tardi. Una mossa che potrebbe anche minare l’unità del centrodestra. Ma il leader leghista è determinato: «Dico no al governo dei tecnici».
ROMA Quando mancano 48 ore alle consultazioni che il capo dello Stato terrà nella giornata di lunedì, non si vede schiarita che possa far prevedere un accordo di governo. Al reiterato invito di Matteo Salvini al Movimento 5 Stelle di formare assieme un esecutivo che, come non dispiacerebbe al Colle, duri fino a dicembre per cambiare la legge elettorale, chiedere una modifica dei trattati all’europa e mettere in sicurezza i conti per evitare l’aumento dell’iva, risponde infatti in serata il capogruppo dei 5 Stelle Danilo Toninelli: «Salvini ha sprecato l’occasione della sua vita. Ha deciso di stare con Berlusconi che è un pluricondannato. Salvini, l’occasione l’ha avuta ma l’ha sprecata».
È l’epilogo di una giornata iniziata in mattinata con l’esternazione di Luigi Di Maio che sembra chiudere ad ogni dialogo: «Io spero che non ci sia opposizione, e che si vada al voto il prima possibile. Se metteranno il presidente Mattarella in condizione di individuare questo governo di tregua, gli altri partiti saranno stati i traditori del popolo», dice il leader M5S, che evoca la piazza non escludendo di «chiamare in causa i cittadini in altri modi», non solo per il voto. Seguito a stretto giro da Beppe Grillo che parla di rischi di «colpo di Stato» e rilancia il referendum per uscire «dalla zona Euro».
La sensazione è che per i 5 Stelle i giochi siano chiusi. Matteo Renzi, in un post su Facebook si dice «orgoglioso di aver evitato l’accordo» con Di Maio e Grillo che per due mesi «hanno fatto gli istituzionali» e ora «capiscono finalmente di non avere i numeri per Palazzo Chigi e sbroccano». Parole che suscitano la reazione di Dario Franceschini: «Riflessione superficiale e sbagliata».
Ma è nel pomeriggio che arriva l’ultima offerta di Salvini ai 5 Stelle: sì ad un governo «a tempo fino a dicembre» per modificare la legge elettorale, evitare l’aumento dell’iva e andare a battere i pugni a Bruxelles. Un governo «non tecnico», mai e poi mai sostenuto «da Renzi e i renziani», non guidato da «dame di compagnia della Ue» ma da chi ha «vinto le elezioni», non necessariamente un leghista ma da un esponente del centrodestra «anche non eletto». Se i grillini dovessero dire no, è l’avvertimento «allora resta solo il voto». Il no appunto arriva in serata, accompagnato dalla ripresa della battaglia per l’abolizione dei vitalizi che M5S fa con una lettera indirizzata alla presidente del Senato Casellati in cui si chiedono «lumi» sull’istruttoria fatta dal Movimento che deve essere subito portata «all’esame del consiglio di presidenza». È dunque un muro contro muro, con Salvini che ribadisce che l’unico accordo possibile sia solo con M5S, con FI quasi rassegnata al voto ma decisa a rimanere in scia a Salvini perché «lui non ci ha tradito» e con Giorgia Meloni che butta la palla a Di Maio: «Loro disponibili a un nostro appoggio? No, semmai lo siamo noi a un loro».
I tre leader terranno un vertice tra oggi e domani ad Arcore. Poi la palla passerà a Mattarella, e si fanno i nomi di chi potrebbe comunque ricevere l’incarico di formare un governo, tutti «tecnici»: Giorgio Lattanzi (presidente della Consulta), Enrico Giovannini (ex presidente Istat), Guido Tabellini (ex rettore Bocconi), Alessandro Pajno (presidente Consiglio di Stato) Tito Boeri (presidente Inps) e l’economista Lucrezia Reichlin.
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