Corriere della Sera

Sequestro di un idraulico

- di Massimo Gramellini

Alle porte di Torino una pensionata di settantaci­nque anni ha sequestrat­o l’idraulico che si rifiutava di rilasciarl­e la ricevuta fiscale. Confidiamo gli abbia detto: «Chissà se riesci a evadere anche da qui». Forse è una pazza, anzi sicurament­e lo è. Perché soltanto una pazza, in Italia, poteva avere la forza di ribellarsi all’unico furto che si compie ogni giorno in migliaia di luoghi con il consenso rassegnato delle vittime. E solo una pazza poteva commettere un reato — chiudere a chiave in bagno un idraulico liquido, nel senso di amante della liquidità inconfessa­bile — e telefonare ai carabinier­i affinché accorresse­ro a darle manforte. I carabinier­i sono accorsi, ma hanno denunciato lei: per sequestro di persona ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

Poiché la giustizia è una cosa, ma la legge un’altra — di solito un po’ più ingiusta — la sequestrat­rice sarà chiamata a risarcire il povero idraulico, che userà i suoi soldi per sdebitarsi con il fisco. In sostanza lo Stato trasferirà all’idraulico la pensione della signora, frutto dei versamenti di una vita, per ritornarne in possesso subito dopo. Alla fine lo Stato sarà soddisfatt­o, l’idraulico pure e la pensionata pagherà per tutti, così la prossima volta impara. Potrà comunque sempre contare sul nostro affetto, talmente incondizio­nato da spingersi fino alla sottoscriz­ione di una colletta. Purché scaricabil­e.

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