Sequestro di un idraulico
Alle porte di Torino una pensionata di settantacinque anni ha sequestrato l’idraulico che si rifiutava di rilasciarle la ricevuta fiscale. Confidiamo gli abbia detto: «Chissà se riesci a evadere anche da qui». Forse è una pazza, anzi sicuramente lo è. Perché soltanto una pazza, in Italia, poteva avere la forza di ribellarsi all’unico furto che si compie ogni giorno in migliaia di luoghi con il consenso rassegnato delle vittime. E solo una pazza poteva commettere un reato — chiudere a chiave in bagno un idraulico liquido, nel senso di amante della liquidità inconfessabile — e telefonare ai carabinieri affinché accorressero a darle manforte. I carabinieri sono accorsi, ma hanno denunciato lei: per sequestro di persona ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
Poiché la giustizia è una cosa, ma la legge un’altra — di solito un po’ più ingiusta — la sequestratrice sarà chiamata a risarcire il povero idraulico, che userà i suoi soldi per sdebitarsi con il fisco. In sostanza lo Stato trasferirà all’idraulico la pensione della signora, frutto dei versamenti di una vita, per ritornarne in possesso subito dopo. Alla fine lo Stato sarà soddisfatto, l’idraulico pure e la pensionata pagherà per tutti, così la prossima volta impara. Potrà comunque sempre contare sul nostro affetto, talmente incondizionato da spingersi fino alla sottoscrizione di una colletta. Purché scaricabile.