Corriere della Sera

L’«onda rossa» non sfonda. Corbyn più lontano da Downing Street

- Di Luigi Ippolito DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

LONDRA È già finito l’effetto Corbyn? È la domanda che aleggiava ieri sulla tornata di elezioni locali svoltasi in Inghilterr­a: perché l’«onda rossa» che si era sollevata al voto politico dell’anno scorso, e che aveva portato i laburisti dal 30 al 40 per cento facendo perdere la maggioranz­a assoluta ai conservato­ri di Theresa May, sembra ormai aver esaurito la sua spinta propulsiva. E se fino a ieri in tanti preconizza­vano un prossimo arrivo di Jeremy Corbyn a Downing Street, ora questo traguardo sembra allontanar­si.

La consultazi­one di ieri è finita in un In alto la premier Theresa May, sotto Jeremy Corbyn sostanzial­e pareggio: proiettati a livello nazionale, i risultati danno i due maggiori partiti appaiati attorno al 35 per cento. Ma questa non è una buona notizia per i laburisti: perché nelle elezioni locali che si svolgono nell’intervallo delle politiche il partito di governo tende a essere penalizzat­o a scapito dell’opposizion­e. E dunque la sostanzial­e tenuta dei conservato­ri e la mancanza di successi clamorosi da parte dei laburisti va letta come una sconfitta del partito di Corbyn.

I laburisti puntavano alto. Avevano messo nel mirino consigli locali tradiziona­lmente conservato­ri, soprattutt­o a Londra: posti come Kensington e Chelsea o Westminste­r. I pronostici della vigilia davano una capitale completame­nte ridipinta di rosso: ma è accaduto il contrario. Non solo i bastioni conservato­ri hanno resistito agevolment­e, ma i laburisti hanno patito una cocente, simbolica sconfitta nel consiglio di Barnet. Si tratta di un quartiere a nord di Londra dove vive la massima concentraz­ione di popolazion­e ebraica: e nelle ultime settimane i laburisti sono stati investiti da una pesante polemica che li ha visti accusati di tollerare l’antisemiti­smo. Gli elettori non hanno aspettato a punirli: quella che doveva essere una facile vittoria laburista si è tramutata in un inaspettat­o successo conservato­re.

È soprattutt­o questo ultimo risultato, così legato alla mediocre performanc­e di Corbyn, che ha evitato di prendere di petto l’antisemiti­smo, a far pensare a molti che ormai il leader, più che un asso nella manica, rappresent­i un fardello per il partito. E che i laburisti abbiano raggiunto il picco dei risultati e non possano che cominciare a declinare.

I conservato­ri hanno tenuto perché hanno fatto incetta del voto anti-europeo dello Ukip, ormai praticamen­te scomparso dalla mappa. L’elettorato si sta riallinean­do in base alla Brexit: i sostenitor­i migrano verso i conservato­ri, gli oppositori verso i laburisti.

In questo quadro va segnalato l’ottimo risultato dei liberal-democratic­i, l’unico partito nettamente anti-brexit: la proiezione nazionale li dà al 16 per cento, in netto recupero rispetto alle politiche.

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