Corriere della Sera

I fiori di Traini alla mamma di Pamela: «Nessun imbarazzo, fanno piacere»

Il gesto dell’attentator­e di Macerata. A Roma i funerali della 18enne, lutto cittadino

- Rinaldo Frignani

Dopo aver atteso 94 giorni, Alessandra Verni è riuscita a riportare a casa la sua Pamela. In quella cameretta con vista su via Saluzzo che il nonno le aveva rimesso a posto per quando sarebbe tornata dalla comunità di Corridonia e che invece è diventata ora il luogo dei ricordi per la famiglia della diciottenn­e romana, uccisa a Macerata il 30 gennaio scorso.

Alessandra, e con lei il fratello Marco Valerio, che è anche il legale dei parenti, sono pieni di rabbia. E non solo nei confronti di chi ha massacrato Pamela Mastropiet­ro. Tanto che i fiori inviati dal carcere dal «lupo» Luca Traini (il neofascist­a che sparò contro gli immigrati «per vendicare Pamela»), consegnati ieri mattina dal fratello e dalla cugina, non creano alcun imbarazzo.

«Ci hanno fatto piacere — dicono —, è stato un omaggio apprezzato, di vicinanza. Anche perché se avessimo rifiutato la sua corona, allora non avremmo dovuto nemmeno stringere la mano a tutti quei politici che non hanno fatto nulla per evitare la morte di Pamela».

Nel giorno in cui Innocent Oseghale, ora accusato di omicidio, si è difeso davanti al gip nel carcere di Ascoli, Alessandra ha preteso di vedere per l’ultima volta la sua bambina vestita di bianco nella bara dello stesso colore. Un centinaio di persone, compreso il sindaco Romano Carancini, l’ha abbracciat­a davanti all’obitorio, il vescovo Nazzareno Marconi ha benedetto la salma. «Anche a Macerata sarà lutto cittadino — spiega —. Ringraziam­o, ne prendiamo atto. Speriamo che qui non sia solo un gesto formale, per lavarsi la coscienza, ma un primo passo per far cambiare le cose, combattere gli spacciator­i, bloccare l’immigrazio­ne incontroll­ata. Il nuovo questore (Antonio Pignataro, ndr) già lo sta facendo». Stamattina alle 11 nella parrocchia di Ognissanti in via Appia saranno celebrati i funerali di Pamela, preceduti dalla camera ardente.

Attesi la sindaca Virginia Raggi, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’italia, e il neo deputato leghista Tullio Patassini (eletto a Macerata) in rappresent­anza di Matteo Salvini. In tutta la Capitale bandiere a mezz’asta e listate a lutto sugli autobus.

«Nonostante il gip non accusi Oseghale anche di violenza sessuale come chiesto dalla Procura, rimaniamo fiduciosi nella giustizia — dicono ancora Alessandra e il fratello —, contestarg­li l’omicidio è comunque un piccolo passo avanti. Di certo fa rabbia leggere che il giudice ritenga che il rapporto fra lui e Pamela fosse amicale. E poi non hanno mai ispezionat­o la comunità dalla quale si è allontanat­a. Perché lo ha fatto? È successo qualcosa lì dentro?».

L’inchiesta è tuttavia arrivata a un punto decisivo. Ieri Oseghale ha negato per l’ennesima volta di aver ucciso Pamela e di averla fatta a pezzi, ribadendo di aver lasciato a casa sua la giovane in compagnia di Desmond Lucky e di essere tornato più tardi scoprendo i resti della diciottenn­e nei due trolley. «Non ho mai telefonato ad Awelima per proporgli un apporto sessuale con la ragazza», ha aggiunto assistito dagli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi. «Se cade l’accusa di stupro, manca anche il movente dell’omicidio ipotizzato dalla procura», spiegano i legali del nigeriano. Ma questa è un’altra partita.

Dal giudice

Intanto Oseghale ripete la sua versione: l’ho lasciata in casa viva e poi sono uscito

 ??  ?? La dedica Alessandra Verni, mamma di Pamela, con i fiori di Luca Traini, autore del raid razzista a Macerata (foto Fabio Falcioni)
La dedica Alessandra Verni, mamma di Pamela, con i fiori di Luca Traini, autore del raid razzista a Macerata (foto Fabio Falcioni)

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