«Io una triennale l’ho presa (in Archeologia) ma è inutile»
«Ho lasciato la Sicilia dieci anni fa per insegnare, ma non mi sono mai pentito: anche se ho fatto tanti sacrifici, vivo lontano da mia moglie, ho lavorato per anni in scuole difficili. Ma adesso provo un po’ di rabbia, lo ammetto»: è difficile immaginarselo arrabbiato Salvatore Alongi, 36 anni, insegnante di italiano storia e geografia in una seconda elementare di Cesano Boscone. Si è laureato con la triennale in Archeologia e Beni culturali ad Agrigento, si è trasferito a Milano anni fa, ha affrontato le difficoltà a testa alta e col sorriso sulle labbra. E quando ha firmato lo scorso 4 agosto quel contratto a tempo indeterminato davanti al Provveditorato pensava davvero di avercela fatta: «Eppure rischio il licenziamento. All’ufficio sc0lastico regionale mi hanno detto che, in base alla riforma della Buona Scuola, non rischiamo solo di essere retrocessi, ma di essere cancellati, perché non possono essere reiterati contratti oltre i 36 mesi. Non è giusto: ho acquisito un’esperienza che non è discutibile. E poi non si rendono conto del rischio enorme di conflitto che si prospetta: la clausola rescissoria c’è sulla presa di servizio dell’ufficio scolastico, ma non sul contratto della scuola. Potrei fare ricorso. E come me molti altri. A chi conviene?».