Nelle viscere del Pianeta Rosso
Per la prima volta una sonda bucherà la superficie di Marte a caccia dei segreti del suo nucleo Il lancio e l’arrivo in sei mesi della missione Insight della Nasa
La vicenda
● La finestra di lancio di Insight si apre oggi alle 13.05 (ora italiana) e si chiude l’8 giugno
● Per la prima volta una missione interplanetaria della Nasa parte da una base della California. Il razzo vettore è un Atlas V-401 alto 57,3 metri
● L’arrivo della navicella è previsto per il 26 novembre intorno alle 21 (ora italiana) nell’area di Elysium Planitia con all’orizzonte il vulcano omonimo che svetta sino a 11 chilometri, molto più in alto dell’everest. Lievemente sotto la superficie, inoltre, la sonda europea Marsexpress aveva colto gli indizi del ghiaccio lasciato da un antico mare. In questo deserto rosso ricco di suggestione e mistero arriverà Insight con i suoi tre strumenti scientifici a due dei quali è affidata un’indagine mai tentata finora e, tra l’altro, nati in Europa.
Philippe Lognonné dell’agenzia spaziale francese Cnes è il padre del sismometro Seis, il primo portato su Marte. La sua sensibilità è straordinaria e non a caso è stato anche la causa di ritardi nel costruirlo; però adesso è in grado di rilevare i movimenti del suolo persino generati dalla caduta di meteoriti sino a 150 chilometri di distanza. E pure le deformazioni provocate dall’effetto di marea per l’attrazione delle lune Phobos e Deimos. «L’attività sismica di Marte non è mai stata misurata — spiega Lognonné —. L’abbiamo solo stimata studiando la superficie e le sue rughe. Anche oggi riteniamo plausibile un’attività tettonica e stimiamo che ogni anno almeno 50 terremoti con una magnitudo più elevata di 3.8 della scala Richter scuotano l’ambiente».
Il sismometro sarà depositato in superficie da un braccio robotizzato che poco dopo sistemerà accanto il secondo straordinario strumento, la «talpa meccanica HP3». Concepita sotto la guida di Tilman Spohn dell’istituto di ricerche planetarie dell’agenzia aerospaziale tedesca Dlr, è una sorta di martello pneumatico robotizzato lungo 40 centimetri e largo 27 millimetri che penetrerà fino a 5 metri di profondità. Ogni 50 centimetri si fermerà misurando il calore del sottosuolo e alla fine rimarrà laggiù continuando i rilievi per almeno un paio d’anni. «La struttura interna del pianeta è praticamente sconosciuta — nota Spohn —. Dovrebbe avere un nucleo centrale di ferro parzialmente liquido che irradia e altro calore viene emesso dalla radioattività dei minerali. Misurando la temperatura potremo risalire ai passi compiuti nell’evoluzione, nella formazione del mantello e della crosta aiutandoci a comprendere anche i processi di formazione della Terra e dei pianeti, inclusi quelli intorno ad altre stelle».
Lo scavo della talpa meccanica di Insight non sarà drammatico come quello condotto da Bruce Willis sull’asteroide di Armageddon, però sarà sicuramente prezioso per ricostruire una storia che forse ha favorito quella nascita della vita di cui si cercano le tracce passate o presenti.
Il robot cosmico della Nasa aiuterà a compiere un passo avanti in questa direzione e per orientarsi nel lungo viaggio di sette mesi utilizzerà l’unico strumento italiano a bordo, un sensore stellare Leonardo il quale, guardando il cielo e confrontandolo con la sua mappa di tremila astri memorizzati, troverà la meta della nuova impresa spaziale costata 813 milioni di dollari.