Corriere della Sera

«Se Sarri resta, bene sennò Conte può essere il comandante perfetto»

De Laurentiis: «Var anche in Europa, ma va cambiata»

- Luca Valdiserri Monica Scozzafava

I «cattivi pensieri» di Aurelio De Laurentiis hanno avuto il tempo per sedimentar­e, trasformar­si in analisi lucida. Le ultime vicende arbitrali, il dibattito sulla validità della Var e la frenata nella corsa scudetto del Napoli, temi ancora caldi che però a sette giorni di distanza da Inter-juve e Fiorentina-napoli prescindon­o dai sussulti di pancia. Il presidente del Napoli lo dice chiarament­e: «Non voglio mica tirar fuori le pistole e metterle sul tavolo, resto uno sportivo che però vuole cambiare le regole».

Senza girarci troppo intorno: campionato falsato dall’arbitro Orsato, presidente?

«Non credo che una partita possa indirizzar­e tutto il campionato. Il punto non è Orsato o un altro, ma la responsabi­lità che viene attribuita ancora agli arbitri. La Var è uno strumento giusto e innovativo e andrebbe introdotta anche in Europa, ma viene utilizzata male».

Resta un sistema ancora da rodare, cosa cambierebb­e?

«Nella cabina di regia non possono esserci gli arbitri. La Var deve avvicinars­i quanto più possibile al controllo matematico delle azioni di gioco e degli episodi dubbi. Finché le valutazion­i saranno affidate a persone sospettabi­li, non ci saranno certezze. Sarebbe opportuno formare tecnici super partes deputati a prendere le decisioni. Agli allenatori bisognereb­be concedere la possibilit­à, almeno per due volte a ogni partita, di richiedere la Var se hanno dubbi. Collina è contro di noi, ha i suoi interessi, Nicchi parla da politico e difende la casta. I direttori di gara andrebbero considerat­i liberi profession­isti stipendiat­i dalla Lega e non dalla Federcalci­o, al terzo sbaglio dovrebbero restare fuori per tre anni. Il tutto con la supervisio­ne dell’eca. Siamo un organismo che ogni anno mette a disposizio­ne dell’uefa 600 calciatori, avremmo pure il diritto di dire la nostra?».

C’è un problema di sudditanza psicologic­a nei confronti della Juventus?

«C’è sempre stata. La società appartiene a una delle famiglie più potenti d’italia, è normale che sia così. E con Calciopoli non si è andati giù troppo pesante. Ma non è questo il problema. Va rivista la geografia del calcio per non continuare a sottrarre pubblico. Finiremo, tra 10 anni, con i giochi elettronic­i che avranno superato il calcio nell’interesse della gente».

Scudetto «scippato» al Napoli?

«Ma no. Per vincerlo e avere un posto nel paradiso dell’europa non devi avere infortuni e soprattutt­o far girare la rosa».

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Napoli senza benzina Non abbiamo perso per colpa di Orsato, andavano alternati i 25 giocatori della rosa

Ma a Firenze la squadra sembrava vittima di un crollo psicologic­o.

«Non credo. I giocatori hanno finito il carburante. Forse, in alcune partite, andavano utilizzati e alternati i 25 della rosa. Ci sono stati momenti in cui eravamo primi, avevamo un buon margine sulla terza. I più forti potevano riprendere fiato ed esser pronti per il rush finale. Invece non siamo stati abbastanza motivati nelle coppe».

Sta chiamando in causa Sarri, che a fine stagione può andar via.

«Con lui ho già parlato del contratto, mi ha chiesto di aspettare. Se decidesse di restare sarei contento, altrimenti ne prendo atto e faccio valere i miei diritti (la clausola, ndr). Da ottobre ci guardiamo attorno sia in Italia che in Europa. Simone Inzaghi, Giampaolo e Semplici: le soluzioni sono tante, bisognerà fare la scelta giusta. Antonio Conte sarebbe un colonnello perfetto per far rispettare le regole. Non abbiamo paura di andare avanti, con o senza Sarri».

Potrebbero andar via giocatori importanti?

«Se accadrà, siamo pronti a prenderne altri, così come è accaduto altre volte in passato. Siamo su un attaccante che ha già fatto 20 gol in un altro campionato (Moussa Marega del Porto?, ndr). Avanti anche sul portiere, uno tra Rui Patricio e Leno».

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(Ansa) Produttore Aurelio De Laurentiis, 68 anni, patron del Napoli dal 2004

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