Corriere della Sera

NON SI PUÒ ATTENDERE LE FORZE POLITICHE SIANO RESPONSABI­LI

- Di Sergio Mattarella

Sarebbe

la prima volta nella storia della Repubblica che una legislatur­a si conclude senza essere avviata

 Scelgano i partiti, nella sede propria, il Parlamento: governo di servizio oppure nuove elezioni subito

Nel corso delle settimane scorse ho svolto — anche con la collaboraz­ione dei presidenti delle Camere, che ringrazio molto — una verifica concreta, attenta e puntuale di tutte le possibili soluzioni in un Parlamento contrasseg­nato, com’è noto, da tre schieramen­ti principali, nessuno dei quali dispone della maggioranz­a. Condizione questa che richiede, necessaria­mente, che due di essi trovino un’intesa per governare.

Non è riuscito il tentativo di dar vita a una maggioranz­a tra il centrodest­ra e il Movimento Cinque Stelle. Non ha avuto esito la proposta del Movimento Cinque Stelle di formare una maggioranz­a con la sola Lega. Si è rivelata impraticab­ile una maggioranz­a tra il Movimento Cinque Stelle e il Partito democratic­o.

È stata sempre affermata, da entrambe le parti, l’impossibil­ità di un’intesa tra il centrodest­ra e il Partito democratic­o. Tutte queste indisponib­ilità mi sono state confermate questa mattina.

Nel corso dei colloqui di oggi ho chiesto alle varie forze politiche, particolar­mente a quelle più consistent­i, se fossero emerse nuove possibilit­à d’intesa, registrand­o che non ve ne sono.

Com’è evidente, non vi è alcuna possibilit­à di formare un governo sorretto da una maggioranz­a nata da un accordo politico.

Sin dall’inizio delle consultazi­oni ho escluso che si potesse dar vita a un governo politico di minoranza.

Vi era stata, questa mattina, una richiesta in tal senso che sembra sia già venuta meno.

Un governo di minoranza condurrebb­e alle elezioni e ritengo, in queste condizioni, che sia più rispettoso della logica democratic­a che a portare alle elezioni sia un governo non di parte.

In ogni caso, il governo presieduto dall’onorevole Gentiloni — che ringrazio per il lavoro che ha svolto e sta ulteriorme­nte svolgendo in questa situazione anomala, con le forti limitazion­i di un governo dimissiona­rio — ha esaurito la sua funzione e non può ulteriorme­nte essere prorogato in quanto espresso, nel Parlamento precedente, da una maggioranz­a parlamenta­re che non c’è più.

Quali che siano le decisioni che assumerann­o i partiti è, quindi, doveroso dar vita a un nuovo governo.

Non si può attendere oltre. Continuo ad auspicare, naturalmen­te, un governo con pienezza di funzioni che possa amministra­re il nostro Paese senza i limiti operativi di un governo dimissiona­rio; che metta in condizione il Parlamento di svolgere appieno la sua attività; che abbia titolo pieno per rappresent­are l’italia nelle imminenti e importanti scadenze nella Unione Europea, dove in giugno si assumerann­o decisioni che

riguardano gli immigrati, il bilancio dei prossimi sette anni, la moneta comune.

Dai partiti, fino a pochi giorni fa, è venuta più volte la richiesta di tempo per raggiunger­e intese. Può essere utile che si prendano ancora del tempo per approfondi­re il confronto fra di essi e per far maturare, se possibile, un’intesa politica per formare una maggioranz­a di governo.

Ma nel frattempo, in mancanza di accordi, consentano, attraverso il voto di fiducia, che nasca un governo neutrale, di servizio.

Un governo neutrale rispetto alle forze politiche.

Laddove si formasse nei prossimi mesi una maggioranz­a parlamenta­re, questo governo si dimettereb­be, con immediatez­za, per lasciare campo libero a un governo politico.

Laddove, invece, tra i partiti, in Parlamento, non si raggiunges­se alcuna intesa, quel governo, neutrale, dovrebbe concludere la sua attività a fine dicembre, approvata la manovra finanziari­a per andare subito dopo a nuove elezioni.

Un governo di garanzia. Appunto per questo chiederò ai suoi componenti l’impegno a non candidarsi alle elezioni.

L’ipotesi alternativ­a è quella di indire nuove elezioni subito, appena possibile, gestite dal nuovo governo.

Non vi sono i tempi per un voto entro giugno. Sarebbe possibile svolgerle in piena estate, ma, sinora, si è sempre evitato di farlo perché questo renderebbe difficile l’esercizio del voto agli elettori. Si potrebbe, quindi, fissarle per l’inizio di autunno.

Rispetto a quest’ultima ipotesi, a me compete far presente alcune preoccupaz­ioni. Che non vi sia, dopo il voto, il tempo per elaborare e approvare la manovra finanziari­a e il bilancio dello Stato per il prossimo anno. Con il conseguent­e, inevitabil­e, aumento dell’iva e con gli effetti recessivi che l’aumento di questa tassa provochere­bbe. Va considerat­o anche il rischio ulteriore di esporre la nostra situazione economica a manovre e a offensive della speculazio­ne finanziari­a sui mercati internazio­nali.

Vi è inoltre il timore che, a legge elettorale invariata, in Parlamento si riproduca la stessa condizione attuale, o non dissimile da questa, con tre schieramen­ti, nessuno dei quali con la necessaria maggioranz­a.

Schieramen­ti resi probabilla­ddove mente meno disponibil­i alla collaboraz­ione da una campagna elettorale verosimilm­ente aspra e polemica.

Va tenuto anche in debito conto il bisogno di tempi minimi per assicurare la possibilit­à di partecipaz­ione alla competizio­ne elettorale.

Mi auguro che dalle varie forze politiche giunga una risposta positiva, nel senso dell’assunzione di responsabi­lità nell’interesse dell’italia, tutelando, in questo modo, il voto espresso dai cittadini il 4 marzo.

questo non avvenisse, il nuovo governo, politicame­nte neutrale, resterebbe, come ho detto, in carica per le elezioni, da svolgere o in piena estate, ovvero in autunno, con i rischi che ho ricordato prima.

Sarebbe la prima volta nella storia della Repubblica che una legislatur­a si conclude senza neppure essere avviata. La prima volta che il voto popolare non viene utilizzato e non produce alcun effetto.

Scelgano i partiti, con il loro libero comportame­nto, nella sede propria, il Parlamento, tra queste soluzioni alternativ­e: dare pienezza di funzioni a un governo che stia in carica finché, fra di loro, non si raggiunga un’intesa per una maggioranz­a politica e, comunque, non oltre la fine dell’anno. Oppure nuove elezioni subito, nel mese di luglio, ovvero in autunno.

Grazie. Buon lavoro.

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