Corriere della Sera

Quel pronostico sbagliato di Renzi che chiama l’altro Matteo: ma non ce la fate?

- Francesco Verderami

Nel giorno in cui deflagra tutto, accade persino che l’ex leader del Pd, fermamente convinto che un governo sarebbe nato, si accorge di aver sbagliato pronostico. E terrorizza­to dal ritorno alle urne chiama il segretario del Carroccio: «Scusa Matteo, davvero non riuscite a convincere Berlusconi a fare un passo indietro?». «No Matteo. Ma visto che ci vai d’accordo molto più di me, prova a convincerl­o tu». Non è dato sapere se Renzi ci abbia provato, se così fosse il risultato sarebbe stato modesto: una breve nota di Forza Italia — dettata a fine giornata da Gianni Letta — con la quale si invitano gli alleati a meditare se non sia meglio tornare alle urne in autunno piuttosto che in estate.

Il Cavaliere ha già lasciato Roma e dorme sull’aereo che lo riporta a Milano, mentre le tenebre calano sulla legislatur­a. L’estremo tentativo di Mattarella si infrange sui veti dei grillini e dei leghisti, che pure ci avevano provato nel pomeriggio a far cambiare idea al leader azzurro. Preso atto che Berlusconi non cedeva, che l’idea di scambiare l’appoggio esterno per tre ministri d’area e la presidenza della Bicamerale per le riforme non lo convinceva, Di Maio ha allargato le braccia con Salvini: «Oltre non mi posso spingere o mi salta il gruppo». Ne riparleran­no (forse) dopo le elezioni, che hanno deciso di affrontare con la stessa tattica: polarizzan­do il voto. «Sarà un ballottagg­io tra noi e Salvini», dice il capo di M5S. «Sarà un referendum tra noi e Di Maio», dice il leader leghista.

Il gioco sembra fatto, tra lo sconcerto dei parlamenta­ri democratic­i e forzisti, che nelle rispettive chat di partito descrivono le fiamme dell’inferno e temono di venirne inghiottit­i. Al Quirinale si consuma l’ultimo atto. Il capo dello Stato avverte le delegazion­i dei Cinque Stelle e del centrodest­ra, spiega che le elezioni anticipate potrebbero provocare un ulteriore strappo con il Paese. «Abbiamo già avuto un crollo nella partecipaz­ione al voto», sottolinea, ricordando le percentual­i delle ultime Regionali: «Una reiterazio­ne non aiuterebbe». È chiaro che Berlusconi vorrebbe aiutarlo. E ci prova, a modo suo.

Succede quando gli alleati si mettono a perorare la causa dell’incarico a Salvini, e Mattarella chiede dove siano i numeri e quali gruppi sosterrebb­ero il tentativo. «Ma i numeri ci sono», replica il Cavaliere: «Saranno in tanti a non voler tornare a casa. E ci sarà anche il gruppo. Le anticipo già il nome: “Gli Indipenden­ti”». Superato il momento d’imbarazzo, la delegazion­e si accinge a salutare il presidente della Repubblica, quando — sull’uscio — Berlusconi chiede di poter parlare da solo con il capo dello Stato. La richiesta viene accordata e dietro quella porta chiusa, gli alleati iniziano a insospetti­rsi. Pochi minuti e l’ex premier riappare: «Non ho parlato di governo. Ho fatto presente al capo dello Stato le condizioni di salute in cui versa Dell’utri». La Meloni fa in tempo a indossare un sorriso d’ordinanza prima di apparire davanti ai media.

La leader di Fratelli d’italia in questi mesi ha svolto un ruolo di cerniera nel centrodest­ra, come quei mediani a cui è delegato il compito di recuperar palloni. Ma l’altra sera al vertice, quando Berlusconi ha provato a parlare di «partito unico del centrodest­ra» per diluire i suoi numeri con quelli della Lega, non ci ha più visto e ha affondato il tackle: «Silvio, lascia stare. C’era il Pdl e sappiamo com’è andata a finire». Qualcosa però il Cavaliere si dovrà inventare per non concludere la sua storia venticinqu­ennale da junior partner di Salvini, per evitare che sia l’altro a salire su un predellino e fare un boccone di ciò che resta di Forza Italia.

Un terzo dei parlamenta­ri azzurri è convinto infatti che non sarà ricandidat­o. Ed è sicuro che quei collegi finiranno in quota Lega. Perciò quando ieri Letta esortava Berlusconi a «lasciare aperto uno spiraglio» a Mattarella, loro pensavano piuttosto a un muro che li difendesse. Perché luglio o settembre, il voto si avvicina. Il ministro Franceschi­ni, ormai nei panni dello scrittore, osservando le macerie ha dettato l’incipit: «Per una serie di tragici errori, portarono il Paese ai seggi sotto il sole. Alcuni cittadini dimenticar­ono la scheda elettorale, altri dimenticar­ono il costume da bagno». Il libro sarà dedicato a Renzi e Berlusconi.

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Il leader della Lega Matteo Salvini, 45 anni, si incammina verso la Camera dopo le consultazi­oni con il capo dello Stato Sergio Mattarella
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Al telefono Il leader della Lega Matteo Salvini, 45 anni, si incammina verso la Camera dopo le consultazi­oni con il capo dello Stato Sergio Mattarella (Imagoecono­mica)
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Il «trenino» Luigi de Magistris, 50 anni, alla festa

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