Corriere della Sera

«Io come Sofocle» Tinto Brass e la causa con i figli per il patrimonio

Il giudice nomina la moglie amministra­trice Lui: non tollero le regole e le persone ingrate

- Di Andrea Pasqualett­o e Alessandra Troncana

«Accade a volte che a un certo punto della vita siano i figli a portarti in tribunale. È successo anche a Sofocle quando aveva novant’anni e fu accusato di dilapidare il suo patrimonio...». Sono giorni difficili per Tinto Brass. Fiaccato dai malanni fisici, toccato nell’orgoglio, il regista veneziano si ritrova davanti a un giudice per la battaglia più sofferta e amara della sua vita, che, dice lui, gli ricorda il dramma di Sofocle. Questa volta non si tratta di morale oltraggiat­a o di censure. Questa volta c’è di mezzo la famiglia, cioè i figli Beatrice e Bonifacio e la sua novella moglie, Caterina Varzi, sposata lo scorso 3 agosto.

Si scopre infatti che dopo il matrimonio, al quale i parenti di Brass non erano presenti, Bonifacio si è rivolto al giudice di Roma per chiedere un amministra­tore di sostegno da assegnare al padre (colpito da ictus nel 2010). Nell’istanza, depositata lo scorso 13 settembre, scrive della necessità di far assistere il genitore rispetto alla gestione del patrimonio in modo da evitare dispersion­i. E fa l’esempio di alcuni quadri che sarebbero spariti e della gestione dell’archivio del padre, ritenuta troppo costosa. In definitiva, teme che i beni di famiglia non siano abbastanza protetti. Di fronte all’urgenza della richiesta, il giudice tutelare ha dovuto sentire Tinto Brass per decidere il da farsi. E il regista, 85 anni, gliel’ha detto con rabbia: «Non voglio amministra­tori e non voglio controlli».

E i quadri di famiglia? Pare che Brass li abbia venduti qualche anno fa per far cassa. Necessità, considerat­o che i tempi d’oro del sacerdote del cinema erotico italiano sono solo un nostalgico ricordo. In ogni caso, il giudice ha dato ragione ai figli (a Bonifacio si è poi associata Beatrice) e il 14 marzo scorso ha nominato come amministra­tore «patrimonia­le» la moglie, Caterina Varzi. Il suo nome è stato suggerito dagli stessi fratelli, nonostante con lei i rapporti siano sempre stati un po’ freddi se non proprio inesistent­i.

Il paradosso è che Varzi, ex ricercatri­ce universita­ria e avvocata eletta da Brass a «musa

La reazione del regista

Anche il drammaturg­o greco finì in tribunale, ma ne uscì senza condanna e venne portato in trionfo. Io non voglio amministra­tori e non voglio controlli

ermeneutic­a», non è d’accordo: «Che senso ha un amministra­tore se c’è una moglie che può aiutarlo? Tinto, peraltro, è persona capace e autonoma, oltre che spirito libero e anarchico», punge lei, che d’ora in avanti sarà costretta a rendere conto al giudice della sua attività di gestione dei beni del marito, soprattutt­o del ricco archivio che è la memoria storica del suo lavoro.

Cos’ ha fatto, dunque, Caterina Varzi? Ha rifiutato? «Ho accettato, ma a muso duro, nel senso che di fronte alla decisione del giudice di nominare un amministra­tore ho pensato che quantomeno quell’amministra­tore dovessi essere io, per evitare intromissi­oni di estranei nella nostra vicenda umana... mi sembra che questa legge, nata come sostegno ai deboli, sia diventata uno strumento di controllo». Fin qui, la moglie. E i figli, come la vedono? «Penso che si tratti di una questione personale e privata e tale debba rimanere», taglia corto Bonifacio.

La vicenda è ancora aperta. Tinto Brass, appoggiato dalla moglie, ha infatti incaricato una legale di Bologna, Rita Rossi, fra i massimi esperti della materia, per impugnare la decisione del giudice. «Sì, abbiamo presentato reclamo in Corte d’appello — conferma Rossi —. Il problema è che hanno rinviato tutto a febbraio 2019. Data lontanissi­ma che certamente non tutela la protesta del mio cliente».

Seduto sul sofà della sua casa di Isola Farnese, stanco e acciaccato, il vecchio leone cerca conforto nell’antica Grecia: «Sofocle chiese al giudice una cosa semplice: dica lei se sono un folle. Non solo non lo condannaro­no, ma lo portarono a casa in trionfo. Non voglio dire altro su questa storia increscios­a». Qualche secondo di silenzio. Infine, un ruggito: «Basta, io me ne frego del mondo, delle sue regole e delle persone ingrate».

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Tinto Brass, 85 anni, maestro del cinema erotico italiano, con la moglie, Caterina Varzi, sposata lo scorso 3 agosto nella sua casa di Isola Farnese a Roma. Ex avvocata, 57 anni, Caterina Varzi ha recitato nel cortometra­ggio «Hotel Courbet»....
In coppia Tinto Brass, 85 anni, maestro del cinema erotico italiano, con la moglie, Caterina Varzi, sposata lo scorso 3 agosto nella sua casa di Isola Farnese a Roma. Ex avvocata, 57 anni, Caterina Varzi ha recitato nel cortometra­ggio «Hotel Courbet»....

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