«Ragazze ad Arcore? Fatto di libertà, come Dj Fabo»
Ruby bis, la difesa di Minetti in Appello. Ma per lei e Fede solo un piccolo sconto di pena
MILANO «Speravo che sarebbe stata fatta giustizia e di chiudere questa vicenda una volte per tutte», dice per telefono dall’altro capo del mondo Nicole Minetti all’avvocato Paolo Righi, deluso quanto lei che la Corte d’appello di Milano non l’abbia assolta limitandosi a limare di due mesi di reclusione, abbassandola a due anni e 10 mesi, la condanna per favoreggiamento della prostituzione delle ragazze che partecipavano alle cene e ai dopocena del bunga bunga in casa di Silvio Berlusconi ad Arcore. Anche per l’altro imputato, l’ex direttore del Tg4 Emilio Fede, c’è la sostanziale conferma della condanna di primo grado, che scende da 4 anni e 10 mesi a 4 e 7.
Sono più di otto gli anni passati da quando la 17enne Ruby El Mahroug entrò per la prima volta a Villa San Martino. Era il 14 febbraio del 2010, il 27 maggio successivo la Polizia la fermò in strada a Milano per furto e la portò in questura (l’allora premier Berlusconi telefonò dicendo di aver saputo che era nipote di Mubarak). Qualche settimana dopo lei cominciò a raccontare, mescolando verità a fantasie, come trascorreva le sue serate ad Arcore ospite di Berlusconi.
Il Cavaliere è stato assolto definitivamente dall’accusa di prostituzione minorile e di concussione a marzo 2015, ma i conti con il caso Ruby sono tutt’altro che chiusi: mentre i legali della Minetti parlano ai giudici d’appello, a poca distanza, nell’aula teatro dei maggiori processi milanesi che sta nell’atrio parallelo, Berlusconi e un folto plotone di testi di questo processo e di quello dell’assoluzione rispondono di corruzione in atti giudiziari perché, secondo l’accusa, sarebbero stati pagati dallo stesso Cavaliere per non dire la verità. Prima udienza, subito rinvio al 28 maggio per vedere se si può riunire il processo a quello analogo che comincia domani a Berlusconi e altri 4 testimoni. Nicole Minetti ormai vive per lunghi periodi a Formentera, in Spagna. Ora, però, si trova in Uruguay dove la raggiunge l’avvocato Righi che con il collega Pasquale Pantano, oltre all’assoluzione, ha chiesto di trasmettere gli atti alla Corte costituzionale in relazione al reato di favoreggiamento della prostituzione, così come ha fatto la Corte d’appello di Bari nel caso Tarantini. Minetti, accusata di aver gestito le case delle giovani donne a Milano 2, «ha aiutato alcune ragazze a realizzare il diritto all’autodeterminazione della propria sessualità come meglio ritenevano», ha sostenuto Pantano con un rifermento puramente tecnico-giuridico al processo a Marco Cappato per il caso di Dj Fabo, i cui atti sono stati trasmessi alla Consulta dal Tribunale di Milano che ha ritenuto che l’esponente radicale avesse aiutato Fabiano Antoniani ad esercitare la «libertà di decidere della propria vita» suicidandosi in Svizzera.
«Non ci resta che ricorrere ancora una volta in Cassazione», annuncia l’avvocato Salvatore Pino, che difende Fede con il collega Maurizio Paniz.
La decisione Favoreggiamento della prostituzione: condanne a 2 anni e 10 mesi e 4 anni e 7 mesi