Corriere della Sera

La giornata della Croce Rossa Rocca: «Garantire i migranti Non vanno riportati in Libia»

- Fonte: Polizia stradale Alessandra Arachi

Francesco Rocca, oggi è la giornata mondiale della Croce Rossa...

«È così, perché sarebbe stato il compleanno di Henry Dunant».

Lo svizzero che ha fondato la Croce Rossa, che lei presiede sia in Italia sia a livello internazio­nale...

«Dunant è l’uomo che nel 1901 ha vinto il primo premio Nobel per la Pace della storia. Un imprendito­re che ha cambiato la storia dei conflitti armati con una grande intuizione».

Quale?

«Henry Dunant, dalla battaglia di Solferino in poi, è riuscito a imporre le sue regole, ovvero: non si deve sparare sui soccorrito­ri, sui barellieri».

Come dire? Non sparate sulla Croce Rossa...

«Esattament­e. Ma non è ● Francesco Rocca, 52 anni, dal novembre 2017 è presidente della Croce Rossa Internazio­nale. Per anni è stato a capo della Croce Rossa Italiana uno scherzo. Adesso sulla Croce Rossa si spara eccome. Sono stati uccisi i nostri uomini in Afghanista­n, nello Yemen, solamente in Siria ne sono stati uccisi settanta. Ecco perché, quest’anno, la giornata mondiale è ancora più importante. E non soltanto per i nostri volontari».

A cosa altro allude?

«Alla gestione delle navi dei migranti. Da due giorni c’è una nave della Ong spagnola Open Arms che vaga per acque internazio­nali, senza trovare un approdo, dopo aver salvato molti migranti in mare».

Parla della Astral, a bordo c’è anche il deputato italiano Riccardo Magi. Hanno salvato 105 persone. Che fine faranno?

«Temo molto che la Astral faccia la stessa fine di altre navi che sono rimaste in acque internazio­nali».

Ovvero?

«La Guardia costiera libica è intervenut­a in acque internazio­nali e ha riportato in Libia Open Arms

Da giorni una nave della Ong Open Arms vaga in acque internazio­nali con i naufraghi salvati quelle navi che proprio da lì erano partite. E questo non è possibile».

Perché?

«Perché la Libia non è un luogo sicuro. Lo sappiamo bene noi della Croce Rossa che gestiamo proprio lì un ospedale italiano».

La Libia però ha firmato le convenzion­i di Ginevra...

«Quelle sui conflitti — quattro — sì. Non ha firmato però quella sullo status dei rifugiati. Ed è proprio quello di cui stiamo parlando in casi come questi».

Le navi possono essere riportate in Libia dalle acque internazio­nali grazie ad un accordo...

«Certo, ed è un accordo Mila

I volontari della Croce Rossa in Italia. L’associazio­ne umanitaria è nata nel 1864 quando fu fondato il primo Comitato di Milano Milioni

I volontari della Federazion­e Internazio­nale di Croce Rossa e di Mezzaluna Rossa, che riunisce 190 società nazionali malato quello che consente alla Guardia costiera libica di partecipar­e ai pattugliam­enti in mare e, alla fine, di far ritornare indietro sulle loro coste i migranti che da lì erano partiti».

L’accordo è quello che riguarda anche l’italia?

«Sì è l’accordo anche con Frontex e ovviamente con le autorità libiche. Insisto: non si possono portare i migranti in un posto come la Libia, dove non possono godere dei loro diritti. E poi, per capire quanto la Libia è pericolosa, bisognereb­be vederla dal punto di vista del nostro ospedale».

Difficile in queste ore fare appelli ad un governo italiano vista la situazione politica...

«Già. E si è creata una situazione davvero buffa: oggi per la celebrazio­ne della giornata della Croce Rossa noi verremo ricevuti dal presidente Sergio Mattarella al Quirinale. Un incontro deciso tanto tempo fa, non potevamo certo immaginare la situazione».

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