Le eccellenze della filiera agricola che valgono 137 miliardi
Il convegno al Corriere. «Ora più iniziative per promuovere le nostre imprese all’estero»
Il fatturato annuo di 137 miliardi di euro ne fa una delle voci produttive più importanti del Paese, con un saldo positivo di 10 miliardi sulla bilancia commerciale 2017. Tante, tantissime luci, insomma. Ma attorno all’agrifood (colossale filiera che va dalla produzione di un bene alimentare alla vendita e che dal 2014 rappresenta, secondo Confagricoltura, circa il 17% del Pil) ci sono anche delle ombre. Prime fra tutte le dimensioni delle nostre imprese — 745.156 censite nel 2017, numero in calo del 18 % rispetto al 2007 —, battagliere e grintose, ma spesso piccole, in difficoltà nell’accesso al credito e rispetto alle innovazioni finanziarie. Determinate nell’export, ma non sempre pronte a cogliere le opportunità dei consumi alimentari in crescita: record in India, Cina e Usa, dove per il 2021, secondo uno studio di Nomisma, l’aumento è previsto rispettivamente dell’85%, del 44% e del 24 %.
Delle prospettive di espansione dell’agrifood italiano si è parlato ieri a Milano, alla «sala Buzzati» del Corriere della Sera, durante un convegno organizzato da Agronetwork, «think tank» del settore, costituito da (per area, in %) In miliardi di euro Oltre 25 3,5-5 1-3,4 Meno di 1 Confagricoltura, Nomisma e Università Luiss Guido Carli, e presieduto dall’imprenditrice Luisa Todini.
«Per promuovere le nostre eccellenze all’estero serve creare reti, realizzare iniziative, fiere ed eventi per il made in Italy» ha detto Todini nell’incontro a cui hanno partecipato anche Luciano Fontana e Daniele Manca, direttore e vicedirettore del Corriere. Da banche e fondi l’aiuto all’agrifood è concreto, ma tutti — da Intesa a Cariparma e Iccrea — chiedono «qualità nei progetti per poterli valorizzare».