Ilva, sì Ue (con condizioni) a Mittal
Uscita di Marcegaglia e cessione di assets. Calenda: ora l’accordo sindacale e poi via al rilancio
L’antitrust della Commissione europea ha dato il via libera al colosso mondiale dell’acciao Arcelormittal per l’acquisizione del gruppo Ilva, condizionandolo a una serie di cessioni di impianti per evitare una eccessiva concentrazione sul mercato europeo. «La decisione garantisce all’acquisizione di Ilva da parte di Arcelormittal, che genererà il produttore d’acciaio di gran lunga più grande d’europa, di non tradursi in un aumento dei prezzi dell’acciaio a danno delle industrie europee, dei milioni di persone che vi lavorano e dei consumatori», ha dichiarato la commissaria Ue danese per la Concorrenza Margrethe Vestager.
La lista delle cessioni include gli impianti di Piombino, Liegi (Belgio), Dudelange (Lussemburgo), Ostava (Repubblica Ceca), Skopje (Macedonia) e Galati (Romania), più alcune attività di distribuzione in Italia e in Francia. L’antitrust Ue si è impegnata a controllare che le dismissioni Le tappe
● Ilva è stata fondata nel 1905 sulle ceneri della dismessa Italsider. Il più importante stabilimento italiano è a Taranto.
● Altri stabilimenti si trovano a Genova, Novi Ligure, Racconigi in Piemonte, Marghera (Venezia) e Patrica nel Lazio
● Ilva è in amministrazione straordinaria dal gennaio del 2015 siano corrette, aperte e destinate ad acquirenti che garantiscano la continuità aziendale di lungo periodo. In pratica a Bruxelles bloccherebbero eventuali vendite orientate a una liquidazione dei rami d’azienda e alla perdita dei posti di lavoro.
Tra le condizioni c’è l’esclusione del gruppo Marcegaglia dalla partecipazione all’acquisizione perché avrebbe ridotto eccessivamente la concorrenza nei prodotti piani in acciaio al carbonio zincato sul mercato italiano. A Bruxelles appaiono invece possibilisti su un ingresso della holding pubblica Cassa Depositi e Prestiti, anche se resta in corso la procedura d’infrazione sugli aiuti di Stato concessi all’ilva in passato. Continua anche la procedura Ue sull’eccesso di inquinamento nell’area degli impianti di Taranto. «La vendita ad Arcelormittal delle attività di Ilva dovrebbe anche contribuire ad imprimere una accelerazione agli urgenti interventi di risanamento ambientale della zona di Taranto — ha specificato Vestager —. Per proteggere la salute degli abitanti di Taranto è opportuno che tali essenziali interventi di bonifica proseguano senza indugi». Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha commentato che «adesso non ci sono più alibi, bisogna parlare di Piano Ambientale e quindi di tutela della salute dei cittadini di Taranto».
Arcelormittal ha fatto sapere che, dopo il via libera Ue, intende chiudere l’acquisizione «prima possibile». Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha sottolineato che «ora manca solo l’accordo sindacale e poi finalmente, dopo anni di crisi e problemi, Ilva potrà diventare un’acciaieria competitiva e all’avanguardia nella protezione dell’ambiente e delle persone: non perdiamo questa occasione per Taranto e per l’italia». Dai sindacati sono comunque arrivati segnali contrastanti a causa della preoccupazione sui tagli di personale programmati da Arcelormittal per portare il gruppo Ilva «in equilibrio».