Scioperi e dimissioni, Air France-klm crolla in Borsa (-10%)
Giunta al 14° giorno di sciopero, la compagnia franco-olandese Air France-klm ha visto ieri il valore delle sue azioni crollare in Borsa: il titolo ha perso il 10% per arrivare a 7 euro. Dall’inizio della protesta la compagnia ha già perso 300 milioni, e ogni giorno di sciopero — oggi sarà il 15° — costa 26 milioni di euro in più.
Dall’inizio dell’anno Air France-klm ha perso metà del suo valore in Borsa: arriva ormai a 3 miliardi di euro, contro i 6,6 di Easyjet, gli 11 di Lufthansa, i 14 del gruppo IAG (Iberia, British Airways, Aer Lingus, Vueling) e 18,5 di Ryanair.
Le difficoltà in Borsa di lunga data sono state aggravate dalle dimissioni, venerdì 4 maggio, del ceo di Air France-klm, Jean-marc Janaillac. Il 65enne manager francese aveva cercato di scavalcare i sindacati organizzando un referendum su un’ipotesi di accordo che però è stata respinta dal 55% dei dipendenti.
Un incarico ad interim sarà affidato forse alla componente del consiglio di amministrazione Anne-marie Idrac, in vista di una soluzione definitiva che potrebbe essere rappresentata dall’ex numero due di Airbus, Fabrice Brégier. L’arrivo di un nome esterno potrebbe facilitare le trattative tra due parti che non sono ormai così distanti: i dipendenti, in particolare i piloti, chiedono un aumento generale dei salari del 5% per cento mentre la direzione non è disposta a offrire più del 2%.
La protesta dei dipendenti è sempre più impopolare, perché il governo — che è il primo azionista con il 14% — sottolinea la mancanza di competitività dell’azienda rispetto ai migliori concorrenti europei come Lufthansa. Il ministro dell’economia, Bruno Le Maire, è arrivato a dire che «è in gioco la sopravvivenza stessa di Air France», ma ieri il capo dei piloti Philippe Evain lo ha contraddetto ancora una volta: «Non è vero, in pratica non abbiamo più debiti». Per sperare in una soluzione bisognerà aspettare la nomina di un nuovo ceo.