Agli svizzeri i diritti di vendita dei prodotti
ristoranti e catering. In sintesi, a partire dalla fine dell’anno, le famiglie potranno comprare le capsule Starbucks e utilizzarle nelle macchine Nespresso. Ma anche acquistare té, e caffé in grani con i marchi Seattle’s Best Coffee, Starbucks VIA e Torrefazione Italia. Per stringere l’alleanza, Nestlé ha giocato forte: pagherà cash a Starbucks 7,15 miliardi di dollari per i diritti di vendita dei prodotti a base di caffè del gruppo di Seattle sui mercati. Una cifra alla quale si aggiungeranno poi le royalty.
Nestlé aprirà così agli americani la piattaforma e i canali di vendita di Nespresso nel mondo. Alla base c’è un accordo commerciale perché non verrà trasferito alcun asset. Ma circa 500 dipendenti Howard Schultz, presidente di Starbucks ieri a Milano Starbucks entreranno a far parte di Nestlé per seguire le operazioni, anche se le attività resteranno a Seattle. Per la multinazionale svizzera l’accordo segna una svolta strategica e una nuova fase di investimenti dopo la vendita a gennaio del business dolciario americano per 2,8 miliardi di dollari. Il ceo Mark Schneider, da meno di due anni alla guida del gruppo alimentare, ha deciso di puntare su un business in grande espansione, soprattutto nei consumi in famiglia e nella ristorazione.
Come dire che Nestlé-nespresso intensificheranno sui mercati anche la sfida a Lavazza e Illy. Quanto a Starbucks (22,3 miliardi i ricavi), ha spiegato il ceo Kevin Jones, la cifra incassata dall’accordo andrà ad aumentare da 15 a 20 miliardi la remunerazione dei soci attraverso dividendi e buyback.
La svolta per i soci
La cifra incassata con l’accordo farà crescere il rendimento per gli azionisti