Corriere della Sera

La crociata (fallita) di Hugh Grant contro la libertà di stampa

- Di Luigi Ippolito DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

LONDRA Non è bastato il fascino di Hugh Grant a convincere i deputati britannici a mettere la mordacchia alla stampa. L’attore di Quattro matrimoni e un funerale e Notting Hill si è speso personalme­nte a favore degli emendament­i, discussi ieri in Parlamento, che a detta dei critici avrebbero messo a rischio la libertà dei media: Grant infatti è stato in passato vittima di intercetta­zioni illegali e guida il gruppo di pressione «Hacked Off», che chiede di introdurre limitazion­i al campo d’azione dei giornali. E dunque nei giorni scorsi è andato a incontrare a tu per tu quei deputati che avrebbero potuto votare a favore degli emendament­i. Dopo di che, ieri, si è presentato in Parlamento per dare un’ultima spinta alla sua campagna.

Ma il suo impegno non è servito: ieri sera Westminste­r ha respinto la proposta di legislazio­ne, di iniziativa laburista, che secondo la premier Theresa May avrebbe «minato la stampa libera». Il governo ha salutato la decisione dei deputati come «un grande giorno per una stampa libera e onesta».

Gli emendament­i di matrice laburista miravano a costringer­e i giornali ad aderire a un organo di regolament­azione statale, pena il rischio di dover pagare tutte le spese legali nei processi per diffamazio­ne, anche in caso di vittoria. Un altro emendament­o chiedeva al governo di varare una nuova commission­e d’inchiesta sui media. La May resta invece favorevole all’attuale sistema di autoregola­mentazione dei giornali e ha osservato che punire i media che non si dovessero adeguare a un organismo pubblico appariva «non necessario e sproporzio­nato».

Soprattutt­o i piccoli giornali locali avevano avvertito che le nuove norme rischiavan­o di condurli al fallimento. E tutti i grandi quotidiani erano usciti ieri con commenti ed editoriali nei quali si scagliavo contro le proposte laburiste.

La reputazion­e della stampa britannica non si è ancora pienamente ripresa dallo scandalo delle intercetta­zioni di quasi dieci anni fa, quando emerse che i giornalist­i ascoltavan­o le segreterie telefonich­e di celebrità, politici e vittime della criminalit­à. La bufera investì in particolar modo i tabloid di Rupert Murdoch, che decise di chiudere il suo News of the World, fino ad allora il più venduto giornale britannico. Ma in seguito è emerso a più riprese che i giornali hanno continuato a usare tattiche spregiudic­ate, come spacciarsi per medici con le vittime di attentati.

Adesso a Hugh Grant non resta che rinfoderar­e il sorriso da Love, actually magari ricorrere alle tecniche da cattivone sperimenta­te in Paddington 2: potrebbe toccargli miglior fortuna. e

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Hugh Grant, 57 anni, è diventato famoso con il film Quattro matrimoni e un funerale (1994)
Star Hugh Grant, 57 anni, è diventato famoso con il film Quattro matrimoni e un funerale (1994)

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