Sulla chiavetta Usb si «salva» il cervello e la t-shirt è solare Oggetti dal futuro
LONDRA Il futuro è già presente. Ed è possibile contemplarlo attraverso più di cento oggetti, molti dei quali mai visti finora, esposti da sabato al Victoria and Albert Museum di Londra. «The Future Starts Here», il futuro comincia qui, è il titolo della mostra che mette in rassegna le tecnologie d’avanguardia al momento allo studio nei laboratori mondiali: soluzioni che oggi possono apparire visionarie ma che domani potrebbero entrare a far parte della nostra vita quotidiana. E che spesso sollevano questioni di tipo etico o politico, alle quali i curatori della mostra non si sono sottratti. La prima sezione esplora l’interazione fra essere umani e tecnologia. Attraverso, per esempio, i «super-vestiti», che combinano le ultime innovazioni nel campo della robotica e della bio-meccanica per creare dei «muscoli esterni» da indossare. Oppure con le «magliette solari», che assorbono l’energia del sole e consentono di ricaricare apparecchi come telefonini o fotocamere. La seconda parte è dedicata agli spazi pubblici, come il modello della prima città a emissioni zero, ad Abu Dhabi, o la «House of One» a Berlino, che combina chiesa, moschea e sinagoga. E c’è posto anche per l’auto senza guidatore della Volkswagen, che sponsorizza la mostra. Mentre ci si proietta nello spazio con i micro-satelliti che sparano stelle cadenti artificiali: un progetto nato per studiare l’atmosfera. Ed è esposta anche la caffettiera usata da Samantha Cristoforetti per farsi un espresso in orbita. C’è un momento per una riflessione sul futuro della democrazia a seguito dell’impatto dell’innovazione, ma la sezione forse più affascinante è quella dedicata alla vita dopo la morte: e al miraggio di raggiungere l’immortalità attraverso la tecnologia. C’è l’idea di trasferire i propri circuiti cerebrali su una chiavetta Usb, oppure di dar vita a un «avatar» che racchiude tutta la propria vita digitale e col quale i parenti potranno interagire in futuro. Fino ai dischetti su cui immagazzinare la conoscenza umana, in grado di sopravvivere miliardi di anni: quindi potenzialmente oltre l’estinzione della nostra specie. Al termine, ognuno è invitato a completare con delle grandi lettere colorate la frase «Il futuro è...». Una questione ancora aperta.