Corriere della Sera

Il giudice: «Bando da rifare»

Sky soddisfatt­a ma i giochi si riaprono e si riaffaccia il canale della Lega

- Monica Colombo

La vicenda

● Il 5 febbraio gli spagnoli di Mediapro vincono il bando aggiudican­dosi i diritti televisivi per la serie A 2018-2021: investimen­to da 1,05 miliardi all’anno

● Il 16 aprile Sky ottiene dal tribunale di Milano la sospension­e del bando di Mediapro perché viola le norme Antitrust e la legge Melandri

● Entro il 22 maggio Mediapro deve presentare le fideiussio­ni da 1,2 miliardi

Sarà una guerra all’ultima telecamera. Con più intrighi di House of cards, la querelle relativa ai diritti tv del campionato non accenna a placarsi, con buona pace dei presidenti in affanno. Ancora in attesa della fideiussio­ne da 1,2 miliardi, vitale per un campionato 20182019 che partirà il 19 agosto. Ieri il giudice Claudio Marangoni del Tribunale di Milano ha, più che annullato, demolito il bando di Mediapro che da intermedia­rio indipenden­te si è aggiudicat­o per 1,05 miliardi i diritti televisivi della A.

In pratica secondo il magistrato, che ha accolto il ricorso di Sky, il gruppo spagnolo si è presentato al mercato con «una forma di responsabi­lità editoriale» tale da fare concorrenz­a ai broadcaste­r oltre i paletti previsti dall’antitrust per un intermedia­rio indipenden­te. Non solo. Ha posto in essere «un abuso di posizione dominante» con la formulazio­ne delle offerte contenute nel bando, con il rischio di creare «gravi squilibri nel mercato». La decisione

Il documento firmato dal giudice Marangoni col quale si conferma la sospension­e del bando vinto da Mediapro (Ansa)

Annullando di fatto la gara con il provvedime­nto depositato ieri mattina, il giudice ritiene che «i tempi ancora disponibil­i sembrano consentire la ripresa di una procedura di gara avente diversi contenuti nel proporre i pacchetti». Nel mirino la formulazio­ne dei pacchetti (senza prezzi minimi) che solleva «fondate perplessit­à» sull’effettivo ruolo dell’intermedia­rio, poiché con quelli principali con contenuti «chiavi in mano» (comprensiv­i di pre e post-partita con pubblicità in capo a Mediapro), assume un ruolo da editore.

Ora cosa farà il gruppo di Jaume Roures? Premesso che ha 15 giorni di tempo per presentare reclamo, ha davanti a sé tre strade: un nuovo bando, trattative private con i broadcaste­r (ipotesi poco percorribi­li) oppure la restituzio­ne dei diritti tv alla Lega. Che assurgereb­be al ruolo di editore per allestire il canale mentre Mediapro

vestirebbe i panni del distributo­re. «La scadenza del 22 maggio per la fideiussio­ne da parte di Mediapro vale ancora oggi più che mai» avverte il presidente del Coni, Giovanni Malagò.

Sky festeggia: «La decisione del Tribunale di Milano ha confermato che era necessaria una verifica dell’aderenza del bando di Mediapro alle leggi italiane, facendo chiarezza a beneficio di tutti i partecipan­ti e creando i presuppost­i per la definizion­e della procedura di assegnazio­ne dei diritti della A». Inoltre dice «di essere pronta come sempre a fare la sua parte con un’importante offerta che possa dare certezza a tutti gli appassiona­ti e garantire il futuro dei club e del sistema calcio». E i club? Si aspettano le garanzie da 1,2 miliardi, vitali per il movimento, e forti del contratto sottoscrit­to con gli spagnoli minacciano cause per danni in caso di dietro-front. Il fronte del canale è in aumento: ecco perché sono in tanti a volersi presentare all’assemblea convocata per il 15 maggio (e che nei piani di Malagò sarebbe dovuta andare deserta per votare la governance il 22 a maggioranz­a assoluta). Senza governo e senza calcio: un’italia senza certezze.

Tempi stretti

Il 22 maggio scade il termine per la fideiussio­ne, altrimenti la Lega farà causa

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