Corriere della Sera

«Solo venti ministri»

Il braccio destro di Di Maio, Spadafora: la prossima settimana giuriamo

- di Emanuele Buzzi

«Saranno al massimo venti ministri». Così Vincenzo Spadafora, braccio destro di Di Maio. «Berlusconi non chiede nulla, ma con FI non avremmo mai trattato».

MILANO «Se tutto va come deve, entro la prossima settimana il nuovo governo giurerà»: Vincenzo Spadafora, presente all’incontro tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini, è fiducioso.

Avete scelto il premier?

«Una delle ipotesi è individuar­e un nome terzo che abbia un profilo autorevole, di garanzia per i cittadini e per i partner internazio­nali».

Si dice però che stiate litigando su questa scelta.

«Abbiamo parlato solo di temi e di programmi».

Allora mi dica, che ruolo avranno Di Maio e Salvini?

«Non abbiamo parlato di ruoli, ma ovviamente i due vincitori di queste elezioni avranno un importante ruolo di indirizzo».

Davvero? I rumors dicono il contrario. Avete abbozzato uno schema dell’esecutivo?

«Sarà una squadra snella, al massimo ci saranno venti ministri».

Ci sarà o un ministero per il reddito di cittadinan­za o uno per la famiglia?

«Ci saranno ministeri senza portafogli­o per realizzare temi centrali, proposti in campagna elettorale».

Come flat tax e reddito di cittadinan­za?

«Sì, li realizzere­mo nel 2019».

E la vostra squadra di governo? Sarà smantellat­a?

«Ovvio che facendo un contratto di governo con un’altra forza politica, ci saranno anche persone espression­e di quest’ultima. Però le persone che hanno dato un contributo saranno coinvolte».

Intanto sono partiti i tavoli tecnici per il programma.

«Sì, ne faccio parte anch’io. Per ora stiamo verificand­o le compatibil­ità economiche, per far sì che le nostre proposte siano serie e che il contratto di governo sia realizzabi­le».

Quale sarà la posizione sul conflitto di interessi?

«Farà parte del contratto di governo».

E perché non era tra i temi inseriti nella nota congiunta?

«Tanti temi di cui si è parlato non sono stati inseriti nella nota. Sono stati inseriti i macrotemi».

La Lega fa dello stop ai migranti una delle sue battaglie principali. Come vi comportere­te?

«Riteniamo che la gestione dei flussi, l’accoglienz­a, le responsabi­lità e gli oneri debbano essere condivisi equamente tra gli Stati Ue in base a parametri oggettivi e quantifica­bili».

E a livello legislativ­o?

«Vogliamo riformare con i nostri partner europei il Regolament­o di Dublino e sottoscriv­ere accordi bilaterali per i rimpatri».

Siete forze euroscetti­che.

«La nostra posizione che è anche quella della Lega è che vogliamo restare nell’euro e nell’europa. Ribadiamo però la necessità di mettere in discussion­e alcuni trattati e soprattutt­o dobbiamo avere in Europa una posizione politica autorevole da Paese importante quale siamo».

Quindi, ora vi fidate ciecamente di Salvini?

«Ci fidiamo ciecamente del contratto di governo. Sarà molto preciso e guarderà alla concretezz­a dei temi e alle azioni da realizzare. Ci fidiamo del fatto che firmandolo e presentand­olo ai partner stranieri non potremo che attenerci a quello».

A proposito di fiducia... Se Berlusconi chiedesse qualcosa in cambio?

«Berlusconi non ha chiesto nulla e lo ha dichiarato lui stesso e neanche per interposta persona attraverso Salvini. Prendiamo atto del suo gesto di responsabi­lità, per noi vale questo, né saremmo mai stati disponibil­i ad aprire trattative con lui».

Una parte del vostro elettorato però disapprova un governo nato sotto l’astensione benevola di Berlusconi.

«Il nostro elettorato vuole una sola cosa: che si risolvano i problemi delle persone».

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