L’orgoglio delle Penne nere «Siamo una forza di pace»
A Trento l’adunata degli Alpini: previsti 600 mila visitatori Domenica la sfilata con Mattarella
Acoloro che li infangano, sostenendo che le Penne nere dei loro inimitabili cappelli «sono intrise di sangue», i più replicano con una bonaria alzata di spalle. «Al massimo ogni tanto sono arrossate di vino», scherza qualcuno. Anche i manifesti degli anarchici e dei centri sociali che spiegano l’occupazione della facoltà di Sociologia come protesta contro la loro adunata lasciano il tempo che trovano. L’università funziona e gli studenti mobilitati si rivelano quattro gatti. «Non sanno neppure loro cosa vogliono», minimizzano dagli uffici del municipio.
Ciò che conta è invece questo gigantesco, plateale bagno di Alpini che sta invadendo Trento, con le sue folle cariche di memorie, generosità e storico senso di appartenenza desiderose di festeggiare il loro sodalizio, ma anche l’impegno civile assieme al centenario della vittoria nella guerra del 1914-18. «Siamo arrivati alla nostra 91esima Adunata. Ma quest’anno ha una valenza speciale: coincide con l’anniversario, un secolo esatto dalla fine della Prima guerra mondiale. Non a caso è stata scelta Trento per la quinta volta
Il programma negli annali delle nostre Adunate. Le precedenti furono nel 1922, 1938, 1958 e 1987», sottolinea Maurizio Pinamonti, presidente dell’associazione nazionale Alpini di Trento, cui tocca fare gli onori di casa. Il lavoro certo non gli manca. Da oggi sino al culmine delle celebrazioni con la sfilata in centro domenica mattina, cui parteciperà anche il presidente Mattarella, sono previsti sino a 600.000 visitatori. Giungeranno con ogni mezzo. Un manipolo di coraggiosi della sezione di Verona ci sta arrivando a piedi in tre tappe. Comunque un numero enorme, specie se si pensa che Trento sfiora i 120.000 abitanti e l’intero Trentino non ne conta più di 530.000. Le misure di sicurezza sono imponenti con gli alberghi della regione prenotati da mesi, i treni stracolmi, il rischio di ingorghi sulle strade e il centro storico del capoluogo transennato.
Sebbene l’anniversario rilevante sia dedicato alla memoria di Vittorio Veneto e alla celebrazione di quelle battaglie sulle Alpi che sono parte fondante e identitaria delle truppe alpine italiane, gli organizzatori di questa 91esima Adunata fanno di tutto per sottolineare il ruolo centrale degli Alpini nelle «missioni di pace» in Italia e all’estero negli ultimi decenni. Ne parlano già con enfasi i vecchi, giovani e meno giovani che iniziano a radunarsi nei campi di tende allestiti a Trento assieme alle immancabili mense e cucine da campo. Impossibile non sottolineare l’apporto degli Alpini e dei volontari dell’ana
Anniversario
La 91esima edizione del ritrovo coincide con il centenario della fine della Guerra 1914-18
in occasione di terremoti, inondazioni, e disastri di ogni tipo. La stampa locale citava ieri un gruppo di «Penne nere» veterani del Vajont e dell’irpinia, ma anche di esperti del servizio civile che intervennero al loro fianco tra i campi profughi della guerra fratricida nella ex Jugoslavia degli anni Novanta. Il museo degli Alpini in via di ristrutturazione che verrà visitato ufficialmente oggi a Doss Trento, proprio di fronte alla tomba di Cesare Battisti, conserva tra i tanti cimeli le attrezzature utilizzate in passato per i soccorsi in montagna, nei recuperi sotto le valanghe, come fra le macerie delle abitazioni devastate dai terremoti.
Nelle ultime settimane non erano mancate tensioni con i rappresentanti degli Schutzen e i discendenti dei combattenti locali che furono inquadrati con l’esercito austrotedesco. Il tema è antico e le polemiche mai sopite. Come mettere assieme i discendenti degli antichi nemici? «Avevamo invitato gli Schutzen a sfilare con noi. Alla fine hanno deciso che non parteciperanno domenica alla manifestazione principale», spiega ancora Pinamonti. «Però saremo assieme oggi a ricordare tutti i morti delle guerre alla Campana dei Caduti che domina Rovereto».