Android passa alla lettera P Imita l’iphone X e si fa più intelligente
Android e IOS si spartiscono il mercato (85% il robottino verde e 15% il sistema operativo di Apple, circa). E da anni si inseguono. Tocca al nuovo Android P, questa volta, ereditare alcuni aspetti del rivale: durante l’annuale conferenza degli sviluppatori, Google ha presentato una versione beta del suo Os, pronta a debuttare in estate, basata sulla gestualità introdotta dall’iphone X, la versione premium del Melafonino finito in 16 milioni di tasche nel primo trimestre del 2018 (fonte: Strategy Analytics). Ora anche sugli smartphone Android si potranno gestire app e funzioni scorrendo il polpastrello sullo schermo e senza dover premere alcun tasto, fisico o virtuale. L’altra novità curiosa riguarda la volontà di Google di non farci utilizzare troppo lo smartphone: Android P ci dirà quanto usiamo le singole app e ci darà la possibilità di impostare limiti e blocchi, quando vogliamo limitare le interferenze e le notifiche. Intanto, il colosso californiano spinge molto sul resto del suo comparto hardware. Da Google Home, anche Mini (strizzando l’occhio ai bambini, come fa Amazon), agli smart display pronti a debuttare in luglio negli Usa. Il trait d’union dell’ecosistema è l’intelligenza artificiale. Capace — promette Google — di fare di tutto, o quasi: seleziona le notizie più adatte a noi nel nuovo News, ci dice cosa sono e quali sono le caratteristiche degli oggetti inquadrati da Google Lens, che diventa una sorta di Shazam universale. Ci aiuta a scrivere le mail in Gmail, converte i documenti fotografati in Pdf e fa durare di più la batteria dello smartphone. Starà a noi verificare la qualità degli interventi, e quanto siamo disposti a farli diventare parte del nostro quotidiano.