Corriere della Sera

Unicredit, l’utile sale a 1,1 miliardi «Risultati in anticipo sul piano»

Mustier: miglior primo trimestre dal 2007. In Borsa titoli in rialzo: +1,8%

- Stefano Righi

Millecento­dodici milioni di utile netto nei primi tre mesi dell’anno. Il 35 per cento in più delle previsioni degli analisti. Unicredit ha iniziato il 2018 a passo di marcia, nel segno del ceo Jean Pierre Mustier. Il gruppo di piazza Gae Aulenti negli ultimi mesi è cambiato molto, non solo sul fronte dell’operativit­à industrial­e, ma anche nella comunicazi­one. Dopo l’alce Elkette, ieri c’è stata la presentazi­one dell’inedita canzone dei dipendenti, sigla iniziale e conclusiva della conferenza stampa del vertice della banca.

I fatti danno ragione a Mustier e al suo piano Transform: l’utile netto di gruppo è aumentato del 22,6 per cento rispetto al medesimo periodo dell’esercizio precedente, tanto che quello appena archiviato è il miglior inizio d’anno dal 2007. Unicredit ha inoltre annunciato che l’intero portafogli­o dei prestiti non performant­i (Npl) non core — che era stato scorporato nel 2014 — verrà interament­e azzerato entro la fine del 2021, con quattro anni d’anticipo rispetto agli obiettivi del piano.

Alla prima uscita pubblica dopo le critiche rivolte a Unicredit da parte dell’hedge fund Caius Capital — che martedì ha contestato la contabiliz­zazione come capitale dei 3 miliardi di cashes emessi nel 2009 — Mustier ha ribadito la linea di completa trasparenz­a da parte della banca, che all’epoca ottenne il via libera da tutte le autorità di vigilanza. Quanto a Caius, «gli investitor­i attivisti — ha detto Mustier — sono investitor­i, non facciamo differenze».

Indifferen­te alle prospettiv­e politiche nazionali («Siamo sicuri che qualsiasi nuovo governo lavorerà nell’interesse del Paese»), Mustier ha sottolinea­to come grazie all’azione dell’esecutivo uscente si siano disinnesca­te alcune delle posizioni più critiche sul fronte finanziari­o, come il Monte dei Paschi e le due ex popolari venete, tanto che «il premio sul rischio sistemico del Paese è sparito, il mercato sta rivalutand­o alcuni asset class italiani e l’ambiente

sembra essere supportivo».

Su Mediobanca, di cui Unicredit controlla l’8,7 per cento, Mustier è intervenut­o rispondend­o a chi ha ventilato l’ipotesi che le recenti difficoltà del finanziere bretone Vincent Bolloré possano indurre a uno scioglimen­to anticipato del patto che lega i grandi azionisti di piazzetta Cuccia. «Mediobanca — ha concluso Mustier — per noi è un investimen­to finanziari­o, l’importante è che vada bene». Mentre ha preferito non commentare «su clienti e contropart­i. Sosteniamo quello che il management sta facendo e non vediamo l’ora che il prezzo delle azioni abbia una performanc­e ancora migliore».

In Borsa, il titolo Unicredit ha chiuso a 17,86 euro, in crescita dell’1,84 per cento, contro il -0,96 per cento registrato dall’indice milanese.

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