Unicredit, l’utile sale a 1,1 miliardi «Risultati in anticipo sul piano»
Mustier: miglior primo trimestre dal 2007. In Borsa titoli in rialzo: +1,8%
Millecentododici milioni di utile netto nei primi tre mesi dell’anno. Il 35 per cento in più delle previsioni degli analisti. Unicredit ha iniziato il 2018 a passo di marcia, nel segno del ceo Jean Pierre Mustier. Il gruppo di piazza Gae Aulenti negli ultimi mesi è cambiato molto, non solo sul fronte dell’operatività industriale, ma anche nella comunicazione. Dopo l’alce Elkette, ieri c’è stata la presentazione dell’inedita canzone dei dipendenti, sigla iniziale e conclusiva della conferenza stampa del vertice della banca.
I fatti danno ragione a Mustier e al suo piano Transform: l’utile netto di gruppo è aumentato del 22,6 per cento rispetto al medesimo periodo dell’esercizio precedente, tanto che quello appena archiviato è il miglior inizio d’anno dal 2007. Unicredit ha inoltre annunciato che l’intero portafoglio dei prestiti non performanti (Npl) non core — che era stato scorporato nel 2014 — verrà interamente azzerato entro la fine del 2021, con quattro anni d’anticipo rispetto agli obiettivi del piano.
Alla prima uscita pubblica dopo le critiche rivolte a Unicredit da parte dell’hedge fund Caius Capital — che martedì ha contestato la contabilizzazione come capitale dei 3 miliardi di cashes emessi nel 2009 — Mustier ha ribadito la linea di completa trasparenza da parte della banca, che all’epoca ottenne il via libera da tutte le autorità di vigilanza. Quanto a Caius, «gli investitori attivisti — ha detto Mustier — sono investitori, non facciamo differenze».
Indifferente alle prospettive politiche nazionali («Siamo sicuri che qualsiasi nuovo governo lavorerà nell’interesse del Paese»), Mustier ha sottolineato come grazie all’azione dell’esecutivo uscente si siano disinnescate alcune delle posizioni più critiche sul fronte finanziario, come il Monte dei Paschi e le due ex popolari venete, tanto che «il premio sul rischio sistemico del Paese è sparito, il mercato sta rivalutando alcuni asset class italiani e l’ambiente
sembra essere supportivo».
Su Mediobanca, di cui Unicredit controlla l’8,7 per cento, Mustier è intervenuto rispondendo a chi ha ventilato l’ipotesi che le recenti difficoltà del finanziere bretone Vincent Bolloré possano indurre a uno scioglimento anticipato del patto che lega i grandi azionisti di piazzetta Cuccia. «Mediobanca — ha concluso Mustier — per noi è un investimento finanziario, l’importante è che vada bene». Mentre ha preferito non commentare «su clienti e controparti. Sosteniamo quello che il management sta facendo e non vediamo l’ora che il prezzo delle azioni abbia una performance ancora migliore».
In Borsa, il titolo Unicredit ha chiuso a 17,86 euro, in crescita dell’1,84 per cento, contro il -0,96 per cento registrato dall’indice milanese.